“Ucraina ed Afganistan”

L'opinione di Vittorio Guillot

In questi tempi la nostra attenzione è principalmente interessata dalle vicende ucraine . Ciò , per quanto sia giustificato e comprensibile, ci porta a considerare meno quanto succede in altre parti del mondo. Ad esempio ci è quasi sfuggito che in Afghanistan il cupo regime dei talebani ha imposto alle donne l’obbligo di indossare il burka e che le sottopone a crudeli discriminazioni. Si potrebbe ribattere che anche da noi ci sono troppi omicidi e femminicidi. Ciò succede perché il male è, e sarà, sempre presente nel genere umano, a tutte le latitudini ed in tutti i continenti. Certo, dobbiamo fare di più per proteggere i più deboli e guai se non si cercasse di eliminare questi feroci crimini ! Però l’omicidio dei non credenti e degli apostati ed i soprusi sulle donne da noi sono considerati deviazioni mentre per i talebani sono la norma assoluta, voluta, secondo loro , addirittura da Allah! Non possiamo, perciò, neppure paragonare la nostra situazione col male insito nella struttura sociale e istituzionale imposta sulla gente da loro dominata. Aggiungo di non amare affatto l’islam che, stando ai dettami del Corano , è una religione intollerante, violenta e misogina . Ciò non toglie che , al lato pratico, una massa di musulmani trascuri alla grande la applicazione integralista di quei dettami e desideri quelle libertà essenziali che i talebani gli negano. Questi islamici arrivano al punto di fuggire dal loro Paese piuttosto che sottostare alla sharia per venire in Europa. Ciò significa che il nostro sistema di vita, malgrado le sue deficienze, le sue ingiustizie ed i suoi lati oscuri , è considerato migliore di quello che è stato imposto dagli estremisti che oggi governano a Kabul.

Quei profughi , in tal modo, esaltano i valori dell’Occidente. Loro smentiscono quella “Cancel Colture” con cui certi nostrani fanatici, assieme alle statue di Colombo, vorrebbero abbattere le nostre tradizioni e la nostra storia . A ben vedere questa genia di folli, sedicenti progressisti, costituisce la versione ‘laica’ dei talebani. Infatti, come quelli hanno distrutto Palmira ed i Budda di Bamyian, loro vogliono distruggere le tracce della nostra civiltà per sostituirle con certe balorde concezioni del mondo. Di conseguenza penso che non abbiamo niente da temere da chi ha sofferto sulla sua pelle la ferocia del fondamentalismo e che, perciò, può integrarsi alla nostra cultura. Tengo a precisare che sono sempre dell’opinione che c’è un obbligo giuridico, e per me anche morale, di accogliere chi fugge da guerre e persecuzioni. Purché tale accoglienza avvenga nel quadro delle possibilità del nostro popolo e nel rispetto della nostra cultura e delle nostre leggi. Sono , invece, assolutamente contrario alla immigrazione incontrollata ,dettata da questioni economiche. Penso, in proposito, che sarebbe molto più utile sia per le persone del terzo mondo che per noi italiani ed europei, aiutare i popoli più poveri nello sviluppo dei loro Paesi. Infatti l’arrivo dei clandestini può solo scardinare il nostro ‘mercato del lavoro ’ e favorire, oltre che le attività criminali, le attività ‘in nero’, a scapito di quelle regolari. In tal modo si farebbe solo il gioco del più affamante capitalismo e si renderebbe maggiormente difficile la vita delle più modeste categorie di cittadini . Certo speravo che noi occidentali sapessimo aiutare gli afghani, sia che fuggissero e sia che restassero nella loro terra.

Purtroppo ho la netta sensazione che, dopo le iniziali e sperticate promesse di aiuto e sostegno, li abbiamo mollati al loro destino . Purtroppo i famosi ‘corridoi umanitari’, gestiti dalle Istituzioni, di cui si parlò al momento della fuga da Kabul , sono passati molto velocemente nel dimenticatoio. Così la migrazionedi quei poveretti è ora organizzata da bande criminali. D’altra parte, in tempi molto recenti, dopo aver utilizzato i Curdi contro l’isis ed aver espresso entusiastici apprezzamenti in particolare verso le loro soldatesse, noi occidentali li abbiamo abbandonati alle cannonate di Erdogan. Così abbiamo mostrato una micidiale ipocrisia parolaia, una sostanziale inaffidabilità ed una enorme debolezza morale. Una guerra, purtroppo, può anche essere persa, e quella in Afghanistan la abbiamo persa. A mio parere, però, ciò che porta maggiori danni non è la sconfitta ma il discredito di chi tradisce gli impegni ed abbandona i suoi alleati in mano ad un nemico bestiale. Questo fatto, in altri tempi, era definito perdita dell’onore. Nel caso dell’Afghanistan e dei Curdi, siamo stati noi occidentali, con la nostra inettitudine, ad aver deluso chi credeva in noi. Noi abbiamo tradito loro e, a ben vedere, la nostra stessa cultura, che abbiamo di fatto considerato inferiore ai nostri affari . In tal modo abbiamo anche finito per incoraggiare un prepotente internazionale a farsi beffe della nostra debolezza ed a scatenare una brutale guerra di aggressione. Mi riferisco a quella scatenata dalla Russia contro l’Ucraina. Ovviamente vorrei che quella aggressione finisse al più presto senza la vittoria di quel prepotente. Spero anche che l’Occidente o, meglio, l’Europa, sappia trarne le dovute conclusioni. Purtroppo temo che questa sia una speranza vana. 

Vittorio Guillot, 20 Maggio 2022