«L’assessore Lampis vittima di un attacco gratuito»

L'opinione di Giusy Piccone, consigliere comunale di PerAlghero

In questi quindici mesi di esperienza da consigliera comunale della mia città mi sono imposta un metodo di lavoro rigoroso, volto al conseguimento di risultati amministrativi, anche semplici, visibili per la collettività. Mi sono ripromessa di non cedere alla tentazione della polemica sterile utilizzando un linguaggio consono al ruolo che ricopro e rispettoso delle istituzioni. Non sempre è facile e non sono sicura di esserci sempre riuscita, spetta ad altri giudicarmi. Continuo a pensare che gli atti politici e amministrativi parlino, alla lunga, molto più di documenti carichi di livore e, spesso, privi di contenuti.

Non concepisco la rissa in politica e, forse è un mio limite, rifuggo dai toni esasperati. In questo senso valuto con estremo biasimo l’attacco concentrico e gratuito nei confronti della assessora Natacha Lampis alla quale esprimo solidarietà prima che come amministratrice come persona. Non voglio entrare nel merito delle accuse con le quali, comunque, dissento fortemente. Voglio riferirmi soprattutto al linguaggio nel quale leggo, e purtroppo non è né la prima volta né il primo bersaglio, anche un quid di violenza in più rivolto a una donna.

Mi chiedo se il non essere di genere maschile costituisca un handicap e se, anche ad Alghero, la valutazione di una donna in politica debba necessariamente oscillare tra una poco di buono o una minus habens a prescindere da una serena valutazione dell’attività. Non credo di esagerare e se qualcuno dovesse sentirsi ingiustamente accusato valuti queste mie parole come un monito per un futuro nel quale dentro e fuori le istituzioni si possa essere umani. Le parole sono, e sempre saranno, importanti.

Giusy Piccone, 17 Ottobre 2015