Inclusione sociale nomadi, verso il traguardo di fine assistenzialismo

Prosegue l’azione dell’Amministrazione comunale a tutela delle popolazioni rom, nell’ottica della conservazione e prosecuzione della precedente azione integrata avviata nel 2015 con lo sgombero del campo dell’Arenosu. Le parole dell'assessora ai Servizi Sociali Maria Grazia Salaris

Prosegue l’azione dell’Amministrazione comunale a tutela delle popolazioni rom, nell’ottica della conservazione e prosecuzione della precedente azione integrata avviata nel 2015 con lo sgombero del campo dell’Arenosu. Il progetto di inclusione sociale finalizzato alla completa autonomia economica della popolazione rom e condiviso dal Sindaco Mario Conoci  conta su un finanziamento di 158.000 euro della Regione Sardegna, richiesto dall’Amministrazione comunale nell’ambito degli interventi  volti a favorire l’inclusione sociale e abitativa delle famiglie appartenenti alle popolazioni nomadi e al superamento dei campi sosta.

“Il percorso avviato nel 2015 – spiega l’Assessore ai Servizi Sociali Maria Grazia Salaris –  ha prodotti risultati positivi e ha visto, tra gli obbiettivi raggiunti, la responsabilizzazione della popolazione rom in merito alle loro funzioni genitoriali, soprattutto in relazione alla frequentazione scolastica della totalità dei minori in età scolare. Un percorso virtuoso che ha condotto fuori dall’emergenza avviando all’inclusione sociale le famiglie nomadi e che ora – aggiunge – necessita di un ulteriore passo avanti verso una loro graduale autonomia ed emancipazione, attraverso l’attivazione di una conseguente procedura di orientamento specifico”.

In questa ottica, la Giunta, su proposta dei i Servizi Sociali ha attivato un “Patto Sociale” che favorisce una graduale autonomia della popolazione nomade che attualmente beneficia del contributo al sostegno abitativo e alle esigenze primarie ( bollette, canoni, ecc..),  individuando un percorso di compartecipazione graduale con l’obbiettivo di arrivare entro 2 anni alla completa autonomia economica attraverso una modalità che presuppone  l’accettazione del suddetto patto quale condizione necessaria per l’elargizione dei contributi economici.

Il percorso di integrazione e inserimento nel tessuto sociale cittadino prevede diverse tappe che a partire dal mese di gennaio 2020 stabiliscono l’accesso ai fondi attraverso le modalità individuate per il resto dell’utenza dei Servizi Sociali, quali il reddito Isee, ad esempio. Il percorso di inclusione stabilisce inoltre la compartecipazione annuale al contributo economico che in maniera graduale dovrà arrivare nel 2021 a portare il costo dell’affitto a totale carico dell’assistito. Quest’ultimo potrà quindi accedere ad eventuali interventi di sostegno economico attraverso le ordinarie azioni previste per la popolazione residente.

“Un percorso di integrazione completo – conclude Maria Grazia Salaris – che accompagna le famiglie nomadi che potranno così uscire dall’assistenzialismo per far parte della nostra comunità a tutti gli effetti ed ottenere l’accesso ai servizi con le stesse modalità del resto dei residenti”.

5 Novembre 2019