Finlandia, Svezia, Nato e Curdi

L'opinione di Vittorio Guillot

Mi sembrava razionale la proposta di pace avanzata dall’Italia riguardo alla guerra in Ucraina. Quella proposta prevedeva il cessate il fuoco; la concessione di larghe autonomie alle regioni invase dai russi, che sarebbero restate sotto la sovranità dell’Ucraina; la neutralità dell’Ucraina, garantita, per un verso, dalla NATO e , per l’altro, dalla Russia ; un nuovo assetto della sicurezza europea. Purtroppo il governo di Mosca ha sprezzantemente respinto questa proposta, che si sarebbe certamente potuta perfezionare e discutere. Quel governo ha, così, ampiamente dimostrato la sua univoca volontà di volere una resa senza condizioni per impossessarsi con la forza dei territori orientali e meridionali dell’Ucraina. Ciò dimostra anche che la difesa della comunità russofona è stata usata strumentalmente per giustificare l’imperialismo di Putin .Costui, se anche fosse ipoteticamente fondata la sua intenzione di proteggere i russofoni, ha comunque agito come un satrapo dei peggiori periodi. Infatti non ha fatto neppure un cenno di ricorso agli arbitrati internazionali per cercare di risolvere quelle situazioni ed è partito in quarta. Addirittura, stando alle sue folli dichiarazioni, sembra che sia disposto all’uso delle armi nucleari anche se ciò annullerebbe la differenza tra vincitori e vinti perché l’intero pianeta verrebbe ridotto a terra bruciata. D’altro canto non si può pretendere che gli aggrediti non abbiano giustizia e , invece, che debbano mettersi in ginocchio di fronte ad un simile energumeno.

Purtroppo a questo punto la pace è una chimera e non resta altro da fare che aiutare l’Ucraina in tutti i modi possibili . Mi pare, infatti, che , se non si riuscisse ad indurre Putin a più miti consigli, così si potrebbero spingere suoi accoliti meno interessati alla guerra a defenestrarlo. Tra l’altro, ponendo la condizione dell’impossibile ritiro delle sanzioni per l’esportazione del grano ucraino da Odessa , Putin mostra uno spietato cinismo . Infatti, pur di scaricare sull’Europa una massa di migranti afroasiatici, non esita a gettare nella fame decine di milioni di esseri umani. Nel frattempo La Finlandia e la Svezia, spinte dalla paura della aggressività di Putin, chiedono di entrare nella NATO. Ovviamente hanno il diritto di avanzare questa richiesta anche se la NATO o, meglio, qualsiasi stato aderente, ha il diritto di respingerla. Ed è ciò che auspico. Perché? Non che ce l’abbia con gli svedesi ed i finlandesi, per carità! E’ che cerco di guardare la realtà secondo prospettive future e non vorrei che aumentasse il timore di accerchiamento dei russi. Mi riferisco al popolo russo e non al capo del loro governo, Putin, la cui popolarità, temo, verrebbe addirittura accresciuta con la crescita di quel timore . Teniamo anche presente che questa ‘sindrome di accerchiamento’ non è una invenzione propagandistica di Putin, anche se lui la ha sfruttata ed ingigantita.

E’, piuttosto, un fatto da sempre molto sentito dai russi perché nasce dalla paura di veder minacciati i loro scarsissimi sbocchi nel Mar Nero e nel Baltico, fondamentali per la loro vita . Da qui è sempre sorta la loro tendenza ad occupare i Paesi da cui sarebbe potuta arrivare quella minaccia. Ciò spiega la politica imperialistica degli zar, di Stalin e di Putin e conferma che la geopolitica guida la vita dei popoli molto più delle ideologie, magari opposte. Solo una politica di ‘avvicinamento’ tra la Russia e l’Unione Europea avrebbe potuto curare quella ‘sindrome’ e garantire la libertà dei traffici marittimi della Russia. Purtroppo la frattura provocata da questa aggressione ha allontanato infinitamente questa possibilità di collaborazione. Certo è che noi europei, prescindendo dall’esito del conflitto e guardando al futuro, potremmo trarre solo svantaggi da una spaccatura definitiva tra i nostri Paesi e Mosca. Ciò anche considerato che noi siamo complessivamente dotati di un sistema industriale avanzato ma abbiamo poche materie prime mentre i russi, al contrario, hanno tante materie prime ma un modesto sistema industriale. Sarebbe stata, quindi, più utile per entrambi una maggiore cooperazione anziché una totale contrapposizione. Sono addirittura dell’opinione che se l’Unione Europea fosse stata una federazione o, almeno, una confederazione anziché una accozzaglia di stati e se Putin non avesse realizzato il tragico ‘capolavoro’ che ha combinato con questa guerra, si sarebbe potuto pensare di includervi la stessa Russia.

Il discorso, però, mi sembra piuttosto complesso e non ha senso affrontarlo nella attuale situazione internazionale. Certo agli USA come alla Russia ed alla Cina, anzi, sta benissimo che l’Europa sia debole e divisa politicamente, militarmente ed economicamente. Da ciò deduco che, anche se Europa ed USA condividono, almeno in linea di principio, un analogo sistema democratico, non è detto che i loro interessi coincidano sempre e comunque. Certo, trovo giustissimo che l’Ucraina debba essere aiutata a rintuzzare la prepotente aggressione di Putin. E’ anche vero, però, che , se Mosca dovesse aprirsi a un negoziato, noi europei non dovremmo accettare la linea oltranzista di chi punta al generale logoramento della Russia. Non dimentichiamo , infatti, che la continuazione di questa guerra fa aumentare le probabilità che la situazione sfugga di mano ed aggravi i danni per la stessa Ucraina, per l’Europa e per gran parte del mondo . Piuttosto, per evitare che si generi un gorgo che tutti ingoierebbe, occorre individuare gli obiettivi politici per cui sia possibile soccorrerla. Occorre , cioè, considerare le nostre concrete possibilità ed i relativi costi e tempi. Perciò dovremmo fornire a Kiev gli aiuti di qualsiasi genere, armi comprese, a condizione che non rifiuti l’avvio di trattative che tengano conto di quanto c’è di ragionevole nelle pretese russe. Certo l’Ucraina deve essere libera delle sue decisioni. Ovviamente noi europei dovremmo sentirci altrettanto liberi di sostenere o no le sue scelte.

Piuttosto, La NATO, da un lato, e la Russia, dall’altro, potrebbero assicurare alla Svezia, alla Finlandia ed anche all’Ucraina , se restassero neutrali, la protezione che venne assicurata alla neutrale Austria ai tempi della contrapposizione con l’URSS. Aggiungo anche che l’ingresso della Svezia e della Finlandia nella NATO indirizzerebbe maggiormente le risorse della Alleanza verso il suo fronte settentrionale, a scapito di quello Mediterraneo. Ciò, come italiano, non mi va affatto bene. Infatti in questo mare si verificherebbe un aumento del peso specifico della inaffidabile Turchia. Il Mediterraneo, inoltre, anche a causa della crisi alimentare che questa guerra rischia di scatenare in Africa, può prossimamente diventare una area molto ‘calda’ e con un vorticoso aumento di migrazioni incontrollate e forse incontrollabili. Non mi andrebbe neppure a genio che quella adesione fosse barattata con l’accondiscendenza verso le arroganti pretese della Turchia sui giacimenti di gas e di petrolio del Mediterraneo Orientale. Un simile baratto sarebbe estremamente dannoso per i Paesi dell’Europa Meridionale, tra i quali vi è l’Italia. Infine non mi piacerebbe che la Svezia contrattasse il ritiro del veto di Erdogan al suo ingresso nella NATO con la eliminazione della accoglienza dei curdi, che lui perseguita e stermina. Infatti ,se la Svezia accogliesse questa indecente richiesta , tradirebbe il popolo curdo. Il suo cinismo sarebbe uguale a quello di Stalin che , in occasione del ‘patto di non aggressione’, regalò ad Hitler i comunisti tedeschi rifugiatisi in Unione Sovietica. In verità quel popolo, oltre che dalla Svezia, verrebbe ancora una volta tradito dall’intero Occidente. Alla faccia dei tanti principi di libertà che sbandieriamo ai quattro venti.

Vittorio Guillot, 6 Giugno 2022