“Dopo il disastro il Sindaco nega l’evidenza”

Pietro Sartore, consigliere del gruppo Per Alghero, commenta le recenti dichiarazioni del primo cittadino di Alghero sulle opere pubbliche.

“Qualcuno forse ricorderà un simpaticissimo sketch in cui il comico Paolo Rossi descriveva i sette stadi dell’ubriachezza.  Dopo i primi livelli allegri, borracho (ubriaco), muy borracho, cantos patrioticos, eccetera, piano piano la sbornia vira e assume livelli più preoccupanti.  Al sesto stadio arriva quella che Rossi definiva “negacion de la evidencia”.  Qui pare giunto il sindaco Conoci, che dopo 5 anni di metaforica ubriachezza, in cui la sua Amministrazione a causa della propria frivolezza non è riuscita a mandare avanti nessuna delle opere ereditate, progettate e finanziate dal centrosinistra, ora prova ad addebitare ad altri i disastri combinati da lui e dalla sua giunta nel campo delle opere pubbliche”. Lo scrive in una nota Pietro Sartore, consigliere comunale di Per Alghero.

“Della piscina comunale coperta restano nella memoria le parole dell’Assessora allo sport, – prosegue Sartore – pronunciate durante il sopralluogo della commissione consiliare del settembre 2019: «Tutti in vasca a maggio 2020» disse, dopo aver constatato il grado di avanzamento dei lavori. Non poteva certo prevedere che cosa avrebbe combinato la sua giunta. Risultato, risoluzione del contratto con l’impresa e lavori della piscina fermi da oramai 4 anni. Storia simile per il palazzo comunale, con il contenzioso avviato dall’Amministrazione con il direttore lavori. Risultato, lavori bloccati con il ponteggio che continua a restare a far bella mostra di sé in via Columbano, procurando fastidio agli incolpevoli residenti.  Per non parlare di quello a cui devono assistere i residenti di Sant’Agostino, con il cantiere dell’ex cotonificio abbandonato da tempo e i lavori completamente fermi. Tralasciando, poi, i soldi non utilizzati alla Pietraia e i progetti per Fertilia chiusi nel cassetto”.

“Ecco dopo questo disastro totale, dovuto al pressappochismo e alla superficialità della sua iniziale “sbronza” allegra, assistiamo oggi allo spettacolo del nostro primo cittadino, oramai completamente ebbro, che arriva alla fase della negazione dell’evidenza e prova a disconoscere i pasticci combinati in 5 anni. A questo punto il terrore è che dopo la sesta fase della “negacion de la evidencia” il nostro sindaco possa approdare a quello che Paolo Rossi individuava come settimo e ultimo stadio dell’ubriachezza: “insulto al clero y apoteosis final”.  Considerato che sta pure per iniziare la settimana santa non sarebbe veramente il caso…” – conclude il consigliere di centrosinistra.

15 Marzo 2024