“Meloni e zucche”

L'opinione di Vittorio Guillot

Fortunatamente anche qualcuno della sinistra si comporta civilmente e prende le distanze dallo spregevole modo in cui certi puzzoni hanno cercato di denigrare la Meloni non per i suoi programmi politici e per le sue idee ma per il fatto che il padre ha scontato 9 anni di galera per narcotraffico in Spagna. Se fossero questi i soli argomenti della minoranza contro la Meloni, la minoranza sarebbe messa proprio male. Non vi pare, infatti, che meriti stima e rispetto una ragazza che è stata abbandonata da un simile genitore quando aveva un anno, che non ha più voluto avere rapporti con lui, che ha avuto una infanzia difficile e che, comunque, studiando e lavorando, ha raggiunto dei lusinghieri risultati nella vita privata e pubblica? Ciò a prescindere dalla sua fede politica, religiosa e di qualsiasi altro tipo o genere. Non vi sembra che meritino disprezzo, invece, proprio coloro che la sbeffeggiano a causa dei trascorsi del genitore? E non vi sembra allucinante che molti ‘sinistri’, in modo dispregiativo, abbiano ripetutamente usato contro la Meloni il termine ‘pescivendola’? Si rendono conto, costoro ed i loro seguaci, che usando quel termine in modo denigratorio, hanno offeso una intera categoria di lavoratori?

Ma come è possibile che proprio i ‘ sinistri’, che da sempre si sono atteggiati a democratici protettori del popolo, non si siano resi conto che, offendendo i pescivendoli, hanno offeso proprio il popolo? Come è possibile che certi sinistri siano responsabili di simili offese ‘classiste’? Non sono forse loro gli stessi che si arrogano il diritto di ammonire severamente perfino chi si azzarda di usare il termine ‘negro’. Ciò anche se quel termine continua ad avere il significato che ha tradizionalmente avuto nella lingua italiana e non quello razzista che i ‘sinistri’ hanno arbitrariamente imposto con la loro ‘neolingua’? O, forse, quei ‘sinistri’, hanno avuto a che fare solo col popolo costruito dalle loro farneticanti elucubrazioni ma non con quello autentico? O, ancora, ritengono che per le loro superiori qualità intellettuali e culturali, per la loro illuminata ideologia, solo loro possono essere consapevoli di ciò che per il popolo è bene o male? Se non fossero afflitti da simili fissazioni, affermerebbero con tanta spavalderia, solo ora che sono usciti sconfitti da regolari e democratiche elezioni, che la nostra ‘democrazia è cogliona’?

Dato che tali ‘sinistri’ si riferiscono al modo in cui quei cittadini hanno votato, non siete d’accordo che con queste espressioni oltraggiano tutti noi elettori? Va bene, perciò, considerarsi una sorta di élite ‘radical chic’ e, come tale, assai lontana dal popolo autentico, ma un minimo di decente coerenza morale non farebbe male neppure a loro! Sarebbe stata, invece, cosa ‘buona e giusta’ se avessero criticato le tante e gravi carenze del nostro sistema. Carenze e difetti che inducono una massa di elettori ad astenersi dal voto e che potrebbero essere corrette anche con una adeguata riforma della stessa Costituzione, purché attuata nel rispetto dei protocolli legalmente stabiliti e della volontà popolare. Qualcuno, a conclusione di questa mia tiritera, potrebbe pensare che io sia un fans della Meloni. Non lo sono, o non lo sono del tutto. Infatti, per quel poco che mi è dato di capire di politica, mi piacciono senz’altro solo alcune parti del suo programma di governo.  Altre, invece, non mi convincono ed altre ancora mi sembrano irrealizzabili perché penso che richiedano impegni finanziari assolutamente insostenibili.

A dire il vero, non ho ancora neppure capito se il partito della Meloni sia indirizzato, in economia e non solo, verso il puro neoliberismo classico o verso la ‘destra sociale’, influenzata dalle idee keynesiane e per la quale si dovrebbe arrivare alla partecipazione dei lavoratori alla gestione ed agli utili delle imprese e a quella delle categorie alla guida del Paese. Io intendo solamente mettere in evidenza che chi considera illegittima la vittoria elettorale conseguita da uno schieramento sgradito, può facilmente arrivare alla più violenta intolleranza. Gli ‘anni di piombo ’ ne costituiscono un sanguinoso esempio. Non vi pare che vi sia una incitazione alla eversione antidemocratica anche nelle parole di quel matto che ha detto che ‘le brigate di cittadinanza’ devono agire illegalmente? Infatti, che altro senso compiuto può essere dato a questa espressione? In poche parole, non sono forse questi fetenti a mettere a rischio la stessa democrazia e la vita sociale, già resa complicata da enormi difficoltà? Tutto ciò mi porta a concludere che, nel curare la formazione del governo che sta per nascere, oggi più che mai occorra affidare il Ministero degli Interni ad una persona capace, ferma ed equilibrata. Una persona che ben conosca le istituzioni e che sappia neutralizzare gli eversivi e che, nello stesso tempo, non cada nelle loro trappole. Come quelle che sanno sapientemente tendere coloro che intendono spacciarsi per vittime della repressione poliziesca e, ovviamente, fascista, anche se sono loro gli autentici intolleranti e violenti. Perciò non nascondo che mi piacerebbe un Ministro degli Interni che avesse la stoffa del nostro Beppe Pisanu.

7 Ottobre 2022