Vertenza latte, Pili: “Basta prese in giro, subito decreto”

Il candidato presidente di Sardi Liberi commenta anche la visita in Sardegna del premier Conte

“L’autonominato presidente della repubblica Conte, ministri vari e inutili, regione e candidati presidenti tappetino di Governo e regione continuano a prendere in giro i pastori e la loro lotta esemplare. La convocazione del vertice per il latte per il 21 febbraio prossimo è la conferma che non hanno capito granché di quanto sta accadendo in Sardegna e di quanto accadrà nelle prossime ore. Se lo avessero minimamente compreso la smetterebbero di prendere tempo e di prendere in giro il mondo delle campagne”. Lo dichiara in una nota il candidato presidente di Sardi Liberi, Mauro Pili.

“Conte è venuto in Sardegna a vendere gazzosa allo stato puro senza conoscere un solo problema dell’isola a partire da quello sollevato dai pastori. Una visita spudoratamente inutile ed elettorale. Per questa ragione mi permetto di spiegare a questa pletora di perditempo incapaci cosa devono fare entro domani mattina, prima che sia troppo tardi” spiega Pili, che allega alla nota lo schema del decreto “che il governo deve adottare con somma urgenza per definire immediatamente un quantitativo di eccedenze di prodotto lattiero caseari della Sardegna e la conseguente e contestuale definizione del prezzo del latte oltre la soglia di un euro a litro più iva”.

“Il meccanismo è consolidato e deve essere attuato sottraendo risorse a comparti che non li hanno utilizzati e stanziamenti che devono essere dirottati per questa emergenza. Nel provvedimento che si propone – ha concluso Pili – sono indicate anche azioni immediate destinate al medio e lungo termine a partire dalla istituzione di una vera e propria autority anti speculazione. Il governo ha davvero poche ore per smetterla alla pari degli altri governi di prendere in giro i lavoratori delle campagne”.

 

PROPOSTA OPERATIVA DEFINIZIONE PREZZO DEL LATTE E ISTITUZIONE AUTORITY

Il Consiglio dei Ministri, premesso che
il prezzo del latte ovino sta raggiungendo una quotazione di 0,54 euro/litro, che riflette solo in parte la grave speculazione in atto; 
il pecorino romano viene venduto in Sardegna a 6/8 euro e viene rivenduto su scala nazionale e americana a 25/40 euro al chilogrammo;

in Sardegna il formaggio viene pagato troppo poco perché si afferma che ce ne sia troppo, negli Stati Uniti lo pagano molto perché dicono che ce n’è poco; 
nessuno persegue e pianifica l’incontro tra la domanda e l’offerta, anzi, qualcuno fa di tutto per speculare e mortificare il sistema, tenendo sul filo del fallimento l’intero mondo agropastorale;

l’organismo interprofessionale sorto in Sardegna è inadeguato a svolgere la funzione di strumento regolatore del sistema;

con decreto 7 aprile 2015 il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha disciplinato le modalità di applicazione dell’articolo 151, del regolamento (UE) n. 1308/2013, recante organizzazione comune dei prodotti agricoli, per quanto concerne le dichiarazioni obbligatorie nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari; il regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013, recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli abroga i regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e (CE) n. 1234/2007 del Consiglio e in particolare l’articolo 151, relativo alle dichiarazioni obbligatorie nel settore lattiero-caseari;

il regolamento (UE) n. 479/2010 della Commissione del 1o giugno 2010 dispone le modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio per quanto riguarda le comunicazioni degli Stati membri alla Commissione nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari, modificato da ultimo dal regolamento (UE) n. 1097/2014, del 17 ottobre 2014; 
la normativa impone ai primi acquirenti di dichiarare ogni mese il quantitativo di latte che è stato loro consegnato, a partire dal 1 aprile 2015;

è indispensabile estendere tali disposizioni, di cui all’articolo 151 del regolamento (UE) n. 1308/2013, relative alle dichiarazioni obbligatorie nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari, in attesa della definizione di un’apposita authority di certificazione e regolamentazione del settore, al comparto ovi-caprino;

tale disposizione deve essere preliminarmente rivolta al «primo acquirente» ovvero un’impresa o un’associazione che acquista latte dai produttori:

a) per sottoporlo a raccolta, imballaggio, magazzinaggio, refrigerazione o trasformazione, compreso il lavoro su ordinazione;

b) per cederlo ad una o più imprese dedite al trattamento o alla trasformazione del latte o di altri prodotti lattiero-caseari; 
occorre creare vera e propria Authority, terza, al di sopra delle parti, non di mediazione ma di certificazione, di quantità e qualità indispensabili per pianificare e governare le produzioni;
serve un’Authority antispeculazione, capace di regolare in modo scientifico la domanda e l’offerta del sistema lattiero caseario sardo;

il mercato americano si è ridimensionato di un ulteriore –5,2 per cento. Si tratta di un mercato che acquista il 64 per cento del pecorino italiano inviato all’estero;

occorre prefissare un quantitativo di latte da destinare al formaggio di punta, in questo caso il pecorino romano;

se ne deve produrre sempre e solo quello necessario a mantenere elevato il valore della produzione, senza mai alterare il valore commerciale del prodotto di punta;

con il restante quantitativo di latte prodotto occorre orientare la diversificazione ad altre nicchie e nuove potenzialità;

il mercato americano è in profonda evoluzione e tutti, in Sardegna e non solo, continuano ad ignorarlo, lasciando spazio a qualche multinazionale organizzata;

negli ultimi due anni il mercato americano ha registrato una riduzione minima ma pur sempre significativa dell’import di formaggi pecorino;

quel che sorprende è l’aspetto qualitativo della domanda, con dinamiche totalmente contrapposte;

occorre azzerare le scorte e serve la volontà politica per farlo, ma non sono più sufficienti solo provvisorie ed effimere soluzioni politiche, tantomeno per la definizione del prezzo del latte;

occorre esplorare nuovi mercati, orientare meglio le produzioni;

si registrano contraffazioni e imitazioni che stanno invadendo il mercato americano a scapito delle produzioni sarde;

delibera di:

procedere nel senso indicato in premessa, assumendo ogni iniziativa di competenza, anche attraverso l’emanazione di un apposito decreto ministeriale attuativo delle disposizioni comunitarie in materia di dichiarazioni obbligatorie per il settore del latte ovi-caprino e dei connessi prodotti lattiero-caseari;

promuovere iniziative, anche normative tese ad istituire una vera e propria Authority del settore lattiero caseario ovicaprino per la certificazione di qualità e quantità, capace di regolare la produzione di punta e ridurre al massimo la differenza tra la quotazione del pecorino romano e quella di prodotti diversificati;

assumere iniziative per il raddoppio dello stanziamento previsto dal REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2016/1613 DELLA COMMISSIONE dell’8 settembre 2016 che prevede un aiuto eccezionale di adattamento per i produttori di latte e gli allevatori di altri settori zootecnici destinando tale incremento al settore ovi-caprino;

promuovere un piano strategico per diversificare i prodotti e in funzione di nuovi mercati, da ampliare e rafforzare;

attivare ogni utile e inderogabile azione di tutela rivolta al pecorino romano, sotto «attacco» sia a livello nazionale sia a livello internazionale e delle altre due Dop (Pecorino sardo e fiore sardo) al fine di contrastare l’illegittimo tentativo di far riconoscere una nuova denominazione di origine «cacio romano», di fatto danneggiando la dop «Pecorino romano» e agendo in totale contrasto con l’articolo 13 del regolamento (UE) n. 1151/2012;

assumere ogni iniziativa di competenza per la revoca della registrazione del marchio «cacio romano», che, a giudizio dei firmatari del presente atto, si configura come una vera e propria contraffazione del marchio «Pecorino romano»;

assumere iniziative per prevedere un ampliamento consistente della quota di inserimento del pecorino romano DOP ( non meno di 30 milioni di euro per il 2019) nel paniere dei formaggi inseriti nel bando per acquisti da destinare agli indigenti;

proporre e perseguire un meccanismo virtuoso per governare le quantità di materia prima, con un prezzo fondato su parametri premianti della qualità, tesi ad incentivare una tendenza positiva al miglioramento della qualità del latte in grado di coprire gli investimenti realizzati;

perseguire politiche tese al miglioramento genetico del bestiame e a incrementare l’autoproduzione di mangimi e foraggi proprio per le condizioni insulari della Sardegna;

promuovere un grande piano di comunicazione per la promozione del prodotto «pecorino romano» e i prodotti del settore nel mondo.

Da mandato agli organismi competenti per adottare con somma urgenza il seguente provvedimento:

AFFIDAMENTO DELLA FORNITURA DI FORMAGGI PECORINO ROMANO D.O.P. E FIORE SARDO DOP IN CONFEZIONI DA 250/350 GRAMMI IN AIUTO ALIMENTARE AGLI INDIGENTI IN ITALIA

L’organismo preposto, premesso che:

il D.lgs, n.165 del 27 maggio 1999 e n.188 del 15 giugno 2000, concernente la soppressione dell’AIMA e la costituzione dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA); 
il D.M. 14.06.2002, con il quale il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha approvato, di concerto con il Ministero delle Economie e Finanze, il nuovo regolamento di amministrazione e contabilità dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA);
la Legge 25 giugno 2003, n. 155, recante “Disciplina della distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale”;
il Reg.(UE) n. 223/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’11 marzo 2014 – detto Regolamento FEAD – che, per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2014 ed il 31 dicembre 2020, ha istituito il “Fondo di aiuti europei agli indigenti”, il cui obiettivo è “il sostegno a programmi nazionali che prestano un’assistenza non finanziaria per ridurre la deprivazione alimentare e la deprivazione materiale grave e/o contribuire all’inclusione sociale delle persone indigenti”; 
l’art. 2 del Regolamento FEAD, che definisce l’ambito di intervento e gli obiettivi del programma operativo per la fornitura e/o assistenza materiale di base (PO I); l’art. 7 del Regolamento FEAD, che stabilisce l’obbligo di presentazione alla Commissione Europea di un programma operativo per la fornitura di prodotti alimentari e/o assistenza materiale di base (PO I);
l’art. 31 del Regolamento FEAD, che prevede – per ciascun Programma Operativo- la designazione di un organismo intermedio per lo svolgimento dell’attività di assistenza finanziata attraverso l’attuazione del Programma Operativo di specie; 
che, come riconosciuto al punto 26 delle premesse del Regolamento FEAD, occorre assicurare continuità all’attività di distribuzione alimentare agli indigenti; 
il Programma operativo per la fornitura di prodotti alimentari e/o assistenza alimentare di base – Programma Operativo I FEAD 2014 -2020 – approvato dalla Commissione Europea con Decisione C (2014) dell’11 dicembre 2014, nel quale sono definiti gli obiettivi e le misure per l’impiego delle risorse assegnate dal FEAD; 
che, nell’ambito del PO I approvato, l’Agea è stata designata quale Organismo Intermedio di gestione dell’attività di distribuzione alimentare, in considerazione della pregressa acquisita esperienza lavorativa all’interno del medesimo settore; 
la Convenzione stipulata in data 29/07/2014, tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il MIPAAF e l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea), che designa l’Organismo Pagatore Agea “Organismo intermedio di gestione”, quale responsabile dell’attuazione del programma annuale di distribuzione dei prodotti alimentari agli indigenti (PO I), così come definito all’art. 2; 
che, all’art. 7, la suddetta Convenzione stabilisce che il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, sentite le Organizzazioni Partner, previa intesa con Agea, propone all’Autorità di Gestione un paniere di prodotti alimentari, rispondente alle indicazioni ricevute, al fine di determinare la lista dei prodotti da distribuire ai beneficiari finali; 
il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali deve sottoporre una ridefinizione urgente da sottoporre al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali della proposta di paniere dei prodotti alimentari da distribuire agli indigenti per un ammontare complessivo di € 30.000.000,00 da destinare ai prodotti lattiero caseari della Sardegna dichiarati e riscontrati in eccedenza; 
il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali deve modificare e approvare il sopracitato “Paniere”; 
che il D.lgs 18 aprile 2016, n. 50 – “Codice degli appalti” disciplina i contratti delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori, aventi ad oggetto l’acquisizione di servizi, forniture, lavori e opere; 
che l’art.58, comma 1) del Regolamento di Amministrazione e Contabilità dell’Agea del 26.03.2008 stabilisce che la volontà dell’Agenzia di stipulare contratti deve essere espressa con apposito atto denominato “decisione di contrattare”;
che, rappresentando l’Agea l’Organismo intermedio di gestione del PO I e, in quanto tale, responsabile dell’attuazione del suddetto programma operativo annuale, la decisione di contrattare costituisce atto dovuto conseguente la diretta applicabilità della Normativa Comunitaria di specie e, pertanto, non rientra tra i contratti, di cui all’art. 58, comma 4 del Regolamento di Amministrazione e Contabilità, bensì nella fattispecie di cui al comma 5 dello stesso articolo; 
che, pertanto, per tale decisione non ricorre la procedura di sottoposizione all’Organo di vertice; 
la necessità di massimizzare la razione pro-capite, ottimizzata sotto il profilo quali-quantitativo, e, pertanto, di preferire gli alimenti che ad un minor costo assicurano un apporto nutrizionale adeguato; 
che, per evitare perturbazioni distorsive dell’ordinario andamento dei prezzi, è opportuno considerare tra i formaggi d.o.p. inseribili nell’assortimento, esclusivamente quelli che hanno una produzione annuale di almeno 5.000 tonnellate ed un costo relativamente contenuto; 
che, al fine di stabilire le condizioni di fornitura più vantaggiose, è necessario determinare il valore unitario/tonnellata dei formaggi d.o.p. della Regione Sardegna alla data della presente determina, acquisendo le informazioni sui prezzi di mercato del prodotto, per ottimizzare il rapporto quantità/prezzo; 
che, al fine di determinare il prezzo dei formaggi d.o.p. della regione Sardegna in confezioni da gr. 250/350 circa devono essere utilizzati, i dati presenti sul sito specializzato di settore “CLAL”, che analizza l’andamento dei prezzi all’ingrosso dei principali formaggi avvalendosi dei prezzi rilevati con cadenza settimanale dalle Camere di Commercio delle piazze più importanti e le indicazioni fornite dai Consorzi di Tutela. 
che il prezzo come determinato (€/tonnellata 9.000) è comprensivo dei costi del confezionamento e del trasporto; 
che, comunque, l’Organismo Pagatore Agea è tenuto – in qualità di soggetto responsabile dell’attuazione del suddetto programma operativo annuale – ad assicurare l’approvvigionamento di un quantitativo di formaggi d.o.p. della regione Sardegna, in mancanza del quale risulterebbero inutilizzate risorse assegnate dal FEAD; 
che, per tale approvvigionamento, occorre organizzare una gara per stabilire le condizioni di fornitura più vantaggiose; 
che, pertanto, è necessario procedere – quale atto dovuto conseguente alla diretta applicabilità della citata norma europea – all’adozione della decisione di contrattare, propedeutica alla gara per la realizzazione della fornitura in argomento, volta a soddisfare la finalità di aiuto alimentare agli indigenti attribuitale dall’Unione Europea;

è adottata, quale atto dovuto conseguente all’obbligo di dare applicazione alla normativa europea, la decisione di contrattare, propedeutica al reperimento sul mercato tramite procedura aperta, di un quantitativo minimo di tonnellate della regione Sardegna in confezioni da gr. 250/350 circa, il cui corrispettivo è rappresentato da € 30.000.000 (oltre IVA):

oggetto del contratto: fornitura di Formaggi d.o.p. della Regione Sardegna in confezioni da 250/350 gr., mediante una gara che prevede un assortimento tra i formaggi d.o.p. della regione Sardegna sino a un concorso di € 30.000.000 (oltre IVA);

13 Febbraio 2019