Riflessioni di Natale

L'opinione di Marco Di Gangi

A Natale Alghero c’era! Non ho memoria di una risposta così ferma e partecipata della nostra sonnolenta Città ad un evento che ha scatenato uno tsunami di emozioni. Migliaia di persone hanno voluto significare con la propria silenziosa presenza la solidarietà alla famiglia della povera Michela Fiori e la condanna del suo brutale assassinio.

Mai Michela avrebbe potuto pensare che il suo prossimo Natale non lo avrebbe festeggiato con i propri figli, mai avrebbe immaginato che il giorno di Natale migliaia di persone avrebbero formato un mesto e ordinato corteo per ricordarla da vittima. Certamente ne avrebbe fatto a meno. Un omicidio quello commesso dal marito della giovane mamma che ha lasciato sgomenta un’intera comunità che, per fortuna, non è assuefatta a crimini di tal fatta. 

Tutti hanno identificato nella vittima una mamma, una figlia, una sorella, una nipote, un’amica. Tutti hanno pensato al dramma dei due bambini, privati in un colpo solo della madre e del padre. Bambini che dovranno affrontare un futuro difficile che si confida sia almeno accompagnato dall’amore e dal sostegno dei parenti più stretti e dei veri amici.

Questa triste vicenda: l’ennesima violenza estrema nei confronti di una donna dovrebbe stimolare una seria riflessione. Molta strada deve essere ancora fatta perché eventi come questo non si verifichino più.

Il primo passo: un diverso approccio culturale che ancora,  purtroppo,  non è diffusamente radicato e che dovrebbe portare molti uomini a capire che la donna con cui condividono la vita non è un oggetto di possesso, non è un essere inferiore, ma soprattutto è una persona cui si deve,  sempre e comunque,  rispetto. Ogni genere di rispetto!

Il secondo passo lo dovrebbero compiere le istituzioni, tutte quelle che, per ruolo e competenza, sono chiamate in causa, attivando e rendendo pienamente operativi sistemi di prevenzione, protezione e supporto delle donne vittime di violenza e dei loro figli.

Di fronte ai primi segnali di allarme, alle prime avvisaglie di violenza l’intervento pubblico deve essere tempestivo e commisurato alla gravità della situazione. Troppe volte gli uomini incapaci di governarsi sono stati lasciati soli, non sono stati seguiti adeguatamente e, soprattutto,  non sono stati messi nelle condizioni di non nuocere ad altri esseri umani. 

Ma soprattutto sono state lasciate da sole troppe donne che, loro malgrado, sono diventate vittime. Anche nella nostra Città,  sotto la coltre di una apparente normalità,  sono tante, troppe, le situazioni di potenziale pericolo cui molte donne sono esposte.

L’uccisione di Michela e la forte risposta emotiva degli algheresi devono servire da subito per far attivare ogni  strumento utile  per fronteggiare adeguatamente tutte le situazioni a rischio. Servono risorse e canali dedicati per rendere economicamente autonome e assicurare un tetto alle donne obbligate a battersi per  garantire la propria sicurezza e quella dei propri figli.

Gli algheresi da parte loro non dovranno indugiare a intervenire tutte le volte che si ritenesse opportuno: la risposta di vicini di casa, amici e parenti può essere,  prima ancora dell’intervento pubblico,  il primo baluardo a difesa di chi fosse vittima di violenza. 

Basta all’indifferenza, non voltiamoci dall’altra parte: dimostriamo di essere una comunità unita e forte capace di aiutare e proteggere chi ne ha realmente bisogno. Nulla di tutto questo deve succedere mai più.

Marco Di Gangi

26 Dicembre 2018