Referendum radicali: l’Appello di firma ai referendum

A partire da domani 28 e fino al 30 agosto i Radicali italiani lanciano tre giornate di mobilitazione denominate “Referendum in Comune”, per portare i cittadini negli uffici comunali a firmare i 12 referendum tra cui quelli per la riforma della giustizia. Si tratta di una concreta e reale possibilità di vedere  attuati – qualora i referendum venissero validati dalla Corte Costituzionale – alcuni traguardi storici e di civiltà giuridica ancora inesistenti in Italia tra cui: la separazione delle carriere dei magistrati, la responsabilità civile dei giudici che sbagliano, il divieto di ricoprire altre funzioni all’interno della macchina amministrativa statale. I comitati referendari devono raccogliere 500mila firme entro settembre, prima che la Corte Costituzionale si pronunci sull’ammissibilità dei 12 quesiti che spaziano dai diritti civili per gli immigrati alla giustizia, dall’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti a quella dell’ergastolo, a quella dei 3 anni di separazione obbligatoria prima di poter ottenere il divorzio. La campagna radicale, secondo Amati, consigliere regionale pugliese, non è incompatibile con l’opportunità di affrontare questi temi in sede legislativa. «La richiesta referendaria dice infatti il consigliere regionale Pd – è in grado di mettere la “sveglia” al Parlamento, su argomenti ove si rischia che il giudizio di complessità delle materie proposte col referendum finisca per giustificare l’inerzia del Parlamento, favorendo così le istanze più insensibili alle necessità di cambiamento di cui il nostro Paese ha bisogno» E’ un opinione più o meno diffusa, ed entro il 15 settembre è necessario raggiungere le 500 mila firme necessarie per la validità dei referendum e la possibilità di invitare direttamente i cittadini a firmare negli uffici elettorali comunali moltiplica le percentuali di successo.

28 Agosto 2013