Marò: il giallo dei fucili che spararono, erano di altri soldati

Spunta un nuovo giallo nella vicenda dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre fermati in India per l’uccisione di due pescatori mentre erano a bordo della nave mercantile Enrica Lexie in chiave antipirateria. Come rivela Repubblica, infatti, dalla prima ricostruzione italiana fatta nei giorni successivi all’accaduto dall’ammiraglio Alessandro Piroli, il più alto ufficiale in grado inviato in India all’indomani dei fatti, a uccidere non furono i colpi partiti dai fucili di Latorre e Girone, ma di altri due militari. Il rapporto della nostra marina militare molto circostanziato sulla base dei fatti fin li noti è datato maggio 2012 e fu consegnato nelle mani del nostro governo. Sempre secondo quanto rivelano Maura Gualco e Vincenzo Nigro su Repubblica, il documento redatto dall’ammiraglio Piroli spiega che secondo le prove balistiche effettuate dalla polizia indiana alla presenza di ufficiali dei Ros e del Ris dei carabinieri i quattro proiettili ritrovati, due conficcati nel peschereccio e due nei corpi dei due pescatori uccisi, erano di calibro Nato 5,66mm fabbricati in Italia. Un calibro però non corrispondente ai fucili dei due militari sotto processo a New Delhi bensì ad altre armi in dotazione ad altri due dei sei membri del Nucleo del Battaglione San Marco a bordo della Enrica Lexie.

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6 Aprile 2013