Il braccio di ferro tra Lubrano e la sua coalizione

A volte la storia politica si ripete, anche se gli eventi non accadono sempre dalla stessa parte. Il braccio di ferro tra il sindaco Lubrano e una parte consistente della sua maggioranza, avvenuto nella prima delle tre giornate di consiglio comunale, ricorda un passaggio particolarmente difficile nel quale si ritrovò, nella lontana primavera del 2008, l’allora sindaco Marco Tedde. Le continue diatribe in seno al Popolo della Libertà ed i ripetuti mal di pancia negli altri partiti della coalizione di centro destra spinsero Tedde a presentare le proprie dimissioni, una mossa che servì a riassettare le varie forze in campo e a rimettere sul giusto binario una legislatura che, visto il grandissimo consenso popolare, sembrava destinata ad una navigazione tranquilla e senza scossoni. La presa di posizione del sindaco suscitò scalpore, ma anche ammirazione e approvazione da parte degli elettori, sconcertati per l’assurda litigiosità  di una compagine politica che pareva destinata a governare con forza e serenità

In questi giorni, anche se per altri problemi legati soprattutto all’inesperienza e la mancanza di malizia, il centro sinistra si trova a gestire gli scontri tra le diverse anime dei partiti; da una parte il sindaco e la sua lista e dall’altra una fazione del Pdl e C’è un’Alghero Migliore. Il primo cittadino ha già dimostrato tutto il suo decisionismo nella seduta di lunedì 1 ottobre, prendendo la parola e mostrando la direzione che vuole imprimere alla sua legislatura; fare le cose che servono alla città, superando le strettoie imposte da una politica vecchia e legata a contrapposizioni ideologiche ormai incomprensibili ai cittadini.

In attesa dell’evolversi degli eventi legati all’approvazione del progetto preliminare della circonvallazione, bisognerà capire quale indirizzo vorrà dare l’intero centro sinistra al proseguo della propria avventura politica. Ci si chiede quali e quanti anomali mal di pancia potrebbero scaturire durante la presentazione in aula di uno strumento di programmazione complesso come può essere il Puc, se si rischia il futuro del governo della città di fronte all’estetica delle curve di una strada urbana a quattro corsie. Tutto ciò potrebbe spingere Stefano Lubrano ad emulare il suo predecessore, non tanto per rimettere in ordine i rapporti di forza nella coalizione, ma soprattutto per far capire agli elettori algheresi che una nuova politica si può fare e deve partire da un modo diverso di  gestire gli interessi della collettività, a prescindere dal colore e dalle appartenenze politiche.

2 Ottobre 2012