Francia, graziata la donna che uccise il marito che la picchiava e violentava le figlie

L'uomo ha maltrattato lei e le figlie per una vita intera (47 anni), fino a spingere il figlio maschio al suicidio. Esasperata, Jaqueline lo aveva ucciso con 3 colpi di fucile. Condannata a 10 anni, per liberarla è stata attiva una petizione online firmata da più di 400.000 persone.

Alla fine la mobilitazione di centinaia di migliaia di persone comuni, oltre che di personalità dello spettacolo e personaggi della politica, ha salvato Jacqueline Sauvage, la donna francese di 68 anni condannata a dieci anni di carcere per aver ucciso il marito violento che la maltrattava da 47 anni. Il presidente Francois Hollande ha infatti concesso la grazia a colei che era diventata il simbolo in Francia delle violenze contro le donne. Il caso Sauvage è un pagina di cronaca dolorosissima. Lei, donna umiliata e ferita, incapace di reagire per mezzo secolo, fino alla decisione estrema, quattro anni fa – tre colpi di fucile alla schiena del suo oppressore, l’uomo che avrebbe dovuto proteggerla, suo marito- che concludeva anni e anni di soprusi, incesti e abusi sessuali sotto il tetto familiare.

A dicembre era arrivata la contestata condanna a dieci anni confermata dalla corte d’Assise. Ma da quel giorno nei confronti di Jaqueline si è innalzata una barriera di solidarietà, culminata in una petizione che ne chiedeva la salvezza: in pochi sono state raccolte più di 400mila firme. “Nostra madre ha sofferto per tutta la sua vita di moglie, vittima di nostro padre, uomo violento, tirannico, perverso e incestuoso”, hanno più volte ripetuto Sylvie, Carole e Fabienne, le tre figlie della donna. Anche per loro le mura di casa erano diventate una sorta di prigione, violentate fin dalla bambine da quel padre-orco. Un quarto figlio, esasperato dalla barbarie e dalle atrocità perpetrate dal padre, aveva deciso di farla finita. Quello stesso giorno, era il settembre del 2012, la madre imbracciò un fucile da caccio e fece fuoco contro il marito, uccidendolo, nella loro villetta nel borgo di La Selle-sur-Le-Bied, a un’ora da Parigi.

La condanna aveva scatenando proteste in tutto il Paese. Il resto lo ha fatto la petizione online per la scarcerazione. E ieri è arrivata la decisione della grazia presidenziale. Va detto che si tratta di una sorta indulgenza solo parziale visto che non fa decadere la condanna e le riconosce un regime di libertà “condizionata”. “Di fronte a una situazione umana eccezionale – precisa l’Eliseo – il presidente ha voluto rendere possibile nei tempi più brevi il ritorno di Jacqueline Sauvage dalla sua famiglia, nel rispetto dell’autorità giudiziaria”

Tratto da www.fanpage.it ©

Biagio Chiariello, 1 Febbraio 2016