“Cara Giunta Conoci, senza pianificazione non c’è futuro”

L'opinione di Mario Salis, segretario cittadino del Partito Democratico

Nella settimana di Ferragosto l’Italia si ferma. Il Parlamento chiude i battenti, gli uffici sonnecchiano a regime ridotto e mentre il sole con più forza infuoca le spiagge, in TV piovono repliche, così come da noi. Ma è quando le grandi città si svuotano, che Alghero raggiunge il suo acme. Per noi il Ferragosto è un formidabile stress test. E come tutti gli stress test, dovremmo utilizzarlo per individuare con precisione limiti, problemi, inefficienze e analizzare sapientemente lo stato di salute della nostra città. Sono più di due anni che Alghero è amministrata dall’attuale giunta di centro destra , e credo che non sia più possibile rimandare una obiettiva valutazione della sua azione di governo. Ammesso che una qualche azione ci sia effettivamente stata.

La situazione dalla viabilità e del traffico non devo certo star qui a raccontarla: si tratta dall’esperienza quotidiana di ogni cittadino, con qualsiasi mezzo ci si muova (si fa per dire). Per non parlare della sporcizia e del degrado sempre più diffusi e che in tanti, precedentemente, abbiamo già denunciato. Così come l’attesa gestione della bonifica del canalone, che Goletta Verde puntualmente ci rimprovera con una dolorosa bandiera rossa che ci costringe a spezzare la continuità di quella che altrimenti sarebbe una delle più formidabili spiagge urbane del Mediterraneo.

Da sole, queste tre criticità rischierebbero di danneggiare irrimediabilmente l’immagine di Alghero come meta turistica d’eccellenza famosa per la sua tradizionale vivibilità, la qualità del decoro urbano e l’armonioso equilibrio con si cui integra a delle bellezze paesaggistiche tra le più apprezzate al mondo. Ma,come se non bastasse, non passa quasi settimana senza che qui o là, come lunghi fili di gramigna, non spuntino nuove gru a denunciare la costruzione di un altro caseggiato a cinque o sei piani laddove poco prima sorgevano piccoli villini, deturpando il carattere più autentico della nostra città. Viene da chiedersi quale progetto abbia in mente, questa amministrazione per Alghero. Perché da come sta procedendo – o non procedendo – sembrerebbe che, alla prova dei fatti, non abbia un’idea, nemmeno vaga, di come valorizzare e far evolvere la bellezza e l’economia della città con una pianificazione a breve, medio e lungo termine.

E non credo sia un caso, che al momento, non si abbia notizia neanche di uno straccio di progettazione europea per accedere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Oramai anche i sassi sanno che senza pianificazione non c’è futuro, in nessun campo. La pianificazione è da tempo una scienza insegnata nelle università e una competenza imprescindibile per qualsiasi dirigente statale o d’azienda. D’altro canto, un’amministratore che cos’altro dovrebbe saper fare, se non pianificare?

E a quale compito dovrebbe sentirsi chiamato dal voto popolare se non al dovere di progettare scrupolosamente soluzioni per il presente e per il futuro? Eppure Alghero ancora aspetta un Piano Urbanistico Comunale, cioè il documento fondativo di tutta la pianificazione urbana. Alla nostra città viene negata anche la più elementare e ovvia forma di regolamentazione, e poco importa se per cattiva volontà o per imperizia: questa lacuna ci espone giorno dopo giorno alla speculazione edilizia, al depauperamento paesaggistico e al declino del decoro e della qualità della vita. Sono il primo ad ammettere che i problemi da me esposti non sono di facile soluzione, e non sarei così severo nel giudizio se, nell’attuale azione amministrativa, avessi intravisto una qualche idea di soluzione. Ma non vedo niente. Questo mi preoccupa e dovrebbe preoccupare anche chi ha avuto la gentilezza di seguire fin qui.

Forse, chi ha idee e visione, dovrebbe smettere di aspettare un improbabile segno di vita intelligente nel vuoto cosmico di questa giunta e cominciare a metterle a disposizione dalla comunità. Approfittiamo di questo ennesimo stress test. Osserviamo la nostra città, riflettiamo su cosa la rende bella e desiderabile, analizziamo cosa la soffoca e la
impoverisce. Come recita un detto anglosassone, i poveri pianificano per il weekend, mentre i ricchi pianificano per le prossime e quattro generazioni: ed è per questo che sono diventati ricchi. Credo sia giunto il momento di scegliere chi siamo, quanto vogliamo guardare lontano e che cosa vogliamo diventare, come città e come comunità.

Mario Salis, 12 Agosto 2021