Caccia al Cinghiale: al via i controlli sanitari

Il Dipartimento di Prevenzione della ASL di Sassari ha definito le procedure operative per la regolamentazione della Caccia al Cinghiale in deroga nelle zone infette da peste suina nel selvatico.

Dal primo dicembre cominciano i controlli sanitari previsti dal provvedimento attuativo dell’Unità di Progetto regionale che regolamenta la caccia in deroga al cinghiale nei territori infetti da peste suina nel selvatico. L’Unità di Crisi Locale sulla peste suina africana della Asl di Sassari ha definito tutte le procedure operative necessarie a garantire i campionamenti nelle aree all’interno delle quali sarà obbligatorio regolamentare l’esercizio della caccia al cinghiale.

Le compagnie interessate ad esercitare la caccia grossa in deroga nella zona infetta per il selvatico, che comprende i territori di Anela, Ardara, Benetutti, Bono, Bonorva, Bottida, Bultei, Bulzi, Burgos, Cargeghe, Castelsardo, Chiaramonti, Codrongianos, Esporlatu, Florinas, Illorai, Ittireddu, Laerru, Martis, Mores, Muros, Nughedu San Nicolò, Nule, Nulvi, Osilo, Ossi, Ozieri, Pattada, Perfugas, Ploaghe, Sedini, Sennori, Torralba, Tula, Valledoria, Tergu, Santa Maria Coghinas, Erula, devono inoltrare quanto prima apposita richiesta al Servizio Veterinario della ASL 1 di Sassari.

Nella scorsa stagione venatoria sono stati prelevati complessivamente 1004 campioni di sangue e diaframma, di cui 193 nei territori sotto vincolo sanitario dove sono stati prelevati anche campioni di milza. Questa attività ha portato ad evidenziare la presenza sui cinghiali di 77 casi di sieropositività e 3 casi positivi al virus. «Si auspica, per quest’anno, un campionamento più ampio che consenta di avere informazioni attendibili sulla situazione sanitaria del nostro selvatico e poter escludere che il virus circoli tra i cinghiali col rischio di trasmissione ai domestici» spiega il Direttore del Dipartimento di Prevenzione Francesco Sgarangella.

«La dimostrazione dell’assenza di circolazione virale nei cinghiali, infatti, è di fondamentale importanza per il controllo della malattia nel territorio e per la tutela degli allevamenti domestici, oltre che necessaria per consentire la revoca delle aree infette». I controlli consentiranno inoltre di escludere la presenza della trichinellosi, causa di importanti implicazioni di natura clinica per il consumatore di carni eventualmente parassitate.

Il servizio veterinario è disponibile inoltre per la consegna ai cacciatori, indipendentemente dai territori di caccia, di tutto il materiale necessario ad effettuare i campionamenti richiesti dalla normativa e a dare tutte le informazioni richieste. La prossima settimana il Dipartimento di Prevenzione ha in programma alcune riunioni con i cacciatori interessati all’attività venatoria in deroga nelle aree infette dell’Anglona e del Goceano per definire gli aspetti operativi.

18 Novembre 2015