Mare Sicuro, attivato il Sistema integrato di salvamento per il triennio 2025-2027
La misura prevede l’erogazione di contributi a favore di tutti i Comuni costieri, con una quota fissa di 6.600 euro per ciascun Comune

L’assessora regionale della Difesa dell’Ambiente, con delega alla Protezione Civile, Rosanna Laconi, ha proceduto all’attivazione del Sistema integrato di salvamento a mare per la stagione balneare 2025 e alla definizione dei criteri per l’assegnazione dei contributi ai Comuni costieri della Sardegna.
Per garantire la sicurezza dei bagnanti e potenziare la capacità di prevenzione e di intervento lungo le coste, è stato approvato un piano triennale di finanziamento con una dotazione annua complessiva pari a 2 milioni e 406 mila euro, di cui 2 milioni provenienti da risorse regionali stanziate con la Legge di stabilità 2025 e 406.211 euro da fondi statali destinati alla Protezione Civile.
«Siamo intervenuti con una misura concreta e strutturata per la tutela della vita umana e la sicurezza delle nostre coste – ha dichiarato l’assessora Rosanna Laconi – contribuendo così a rafforzare l’immagine di una Sardegna accogliente e attrezzata, anche sul piano della protezione civile».
La misura prevede l’erogazione di contributi a favore di tutti i Comuni costieri, con una quota fissa di 6.600 euro per ciascun Comune e una quota variabile determinata in base alla lunghezza della costa balneabile. È previsto un minimo di 30 giornate di servizio attivo di salvamento, da garantire nel periodo 1° giugno – 30 settembre, anche non continuative.
Il piano si basa su un’accurata mappatura informatizzata delle postazioni di salvamento, eseguita nel 2024, e sull’attività programmatoria condivisa con i Comuni costieri e il tavolo tecnico interistituzionale.
«Abbiamo lavorato in sinergia con le amministrazioni locali per costruire un sistema di protezione integrato e operativo – ha aggiunto ancora l’assessora Laconi – che tiene conto delle peculiarità geografiche delle nostre coste e della crescente pressione turistica, anche attraverso percorsi formativi sul rischio balneare e l’impiego di strumenti digitali avanzati di monitoraggio».
La Direzione generale della Protezione Civile curerà la gestione dell’intero programma, inclusa l’erogazione anticipata del 70% del contributo spettante e le verifiche in loco sul corretto svolgimento del servizio. Il provvedimento rappresenta un modello di pianificazione pluriennale al servizio della sicurezza e del territorio, in coerenza con gli obiettivi del Piano regionale di protezione civile multirischio e con la strategia regionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
Intanto arrivano anche i dati aggiornati del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) e dell’ARPAS, che confermano l’eccellenza ambientale del mare della Sardegna.
La nostra Regione si colloca al primo posto in Italia per estensione di costa balneabile classificata come «eccellente»: 1.391 chilometri su 1.412 monitorati, pari al 98,7%, superando Puglia e Calabria. Le analisi dell’ARPAS, effettuate nel 2024 con oltre 4.328 campionamenti e 8.656 analisi microbiologiche, hanno evidenziato che oltre il 98% dei campioni è conforme ai limiti di legge.
«Questo straordinario risultato – ha dichiarato l’assessora Laconi – dimostra il valore ambientale inestimabile del nostro mare e conferma l’impegno della Regione per la tutela e la valorizzazione sostenibile del patrimonio costiero. Se alla qualità delle acque balneabili si affianca un sistema di sicurezza ben organizzato e operativo, come quello appena approvato con la delibera sul salvamento a mare, possiamo davvero parlare di una Sardegna che sa coniugare bellezza e responsabilità. L’eccellenza delle nostre acque impone un impegno costante per una fruizione consapevole e sicura, all’altezza del patrimonio naturale che abbiamo il dovere di custodire».
Il monitoraggio, che interessa 663 stazioni distribuite lungo il 65% delle coste accessibili, ha rilevato solo 0,08 chilometri di costa classificata come «scarsa» e 0,09 «sufficiente». Un ulteriore segnale dell’efficacia delle politiche ambientali regionali, anche in termini di prevenzione.