“Nosocomi e promesse”

L'opinione di Giovanni Baldassarre Spano, gruppo Uniti contro la chiusura dell’Ospedale Marino

Con una scelta dettata ormai dall’insofferenza di inseguire costantemente le boutade della politica, continuando la nostra attività di difesa della sanità pubblica insieme agli altri comitati isolani, abbiamo scelto la via di un protratto silenzio. Un silenzio significativo, però, volto a qualificare gli infiniti spot e le reclame propagandistiche di taluni personaggi. Tuttavia, davanti a certe esagerazioni non si può continuare a tacere. Come in recente passato (ed esprimemmo tutte le perplessità) ricompare l’espressione del c.d. “turismo sanitario”. Rammentiamo ancora una volta a coloro che se ne riempiono la bocca che i veri turisti sono i sardi costretti a curarsi fuori dall’Isola per le carenze locali. Tuttavia oggi ricompare il tema ancora più forte di prima, scoprendo che dalla traumatologia si possa passare alla mazza da golf con qualche volo pindarico.

A questo unto ci domandiamo perché non incentivare anche qualche altra disciplina sportiva più “produttiva” di lesioni scheletriche, ecc.! Restando seri, quindi non seguendo la comica sarabanda di alcuni, ci si chiede come si possa parlare ancora agli algheresi proponendo la qualunque in questo modo? Come si può seriamente compiere assiomi tra l’economia turistica del territorio (in lento e costante declino da anni nella sua offerta) e la tutela della salute? Un sistema sanitario pubblico dovrebbe pensare a curare e tutelare l’essere umano, cosa che sembrerebbe non bastare ad alcuni per esporre l’importanza di certi cambiamenti assegnati alla struttura del Marino.

Il turismo golfistico è una fesseria pazzesca di cui non ci si rende conto della portata, dovendo sapere che mancando il tessuto socio economico necessario, non può decollare alcun investimento in tal senso, figuriamoci se ci si possa legare le sorti del nosocomio del Regina Margherita. Fare turismo sanitario come descritto da alcuni era il modello del S. Raffaele con le sue gemmazioni e sappiamo bene come è andata, con il pubblico che ha dovuto mettere i soldi! Quello che abbiamo sentito non è un ragionamento da sistema pubblico, ma di squisito sapore privato. Ci dicano chiaramente le cose come stanno. Si attende qualche investitore? Magari spacciato come magnanimo salvatore della patria? Magari in partnership con l’Università?

Sono domande che mostrano dubbi e non certezze sia chiaro, rientrando nel lecito discutere. Dal silenzio alla rabbia, dopo queste perle, il passo è breve. Ormai le persone sono stanche di questa ridda di annunci, prospettazioni, scenari spettacolari, rendendosi conto che nella realtà nulla cambia in meglio ma solo tristemente in peggio. La città è stanca di idee fantasiose come la collocazione di ospedali ad km di distanza in attesa di incompiute o comunque non rendendosi conto che comunque sarebbero luoghi scomodi per l’utenza avanti con l’età. Alghero sta andando in overdose di promesse e chi ne ha fatto un mestiere deve avere la decenza di smettere, alleviando la pazienza di chi costantemente, senza lauti stipendi, affronta la triste realtà dei servizi sanitari, sia come utenti che come professionisti del settore.

Giovanni Baldassarre Spano, 25 Gennaio 2022