“Impariamo a convivere in armonia con la natura, evitando di deturpane la bellezza”

L'opinione di Mario Salis, segretario cittadino del Partito Democratico

Tra le tante lezioni che possiamo apprendere dal terribile anno e mezzo che abbiamo vissuto, la più significativa per il nostro futuro è la seguente: dobbiamo imparare a convivere in armonia con la natura, evitando di invaderne lo spazio, deturpandone la bellezza e compromettendone l’equilibrio biologico ed ecologico. Perché ogni volta che lo facciamo, inevitabilmente dovremo poi pagarne il prezzo e, alla fine dei conti, qualsiasi vantaggio possiamo trarre dalla nostra mancanza di rispetto per la Natura sarà sempre e soltanto momentaneo, apparente. E questo, temiamo, è proprio quello che sta succedendo a Punta Giglio. La cooperativa Quinto Elemento si è aggiudicata il bando sulla dismissione dei beni demaniali, nello specifico dell’ex casermetta situata in uno dei punti più suggestivi del nostro territorio. Ma questa concessione nasce con un vizio di fondo, visto che il bene si trova nel cuore del parco naturale di Porto Conte ed è sottoposto a una serie di vincoli sacrosanti, che non consentono, per esempio, alcun aumento volumetrico. Ma non solo. Facendo un altro esempio, su tutto il sito vige un divieto di asporto delle pietre calcaree, che risalgono al mesozoico.

Eppure, quando una delegazione del PD è stata accolta nel cantiere, abbiamo notato che lungo il percorso (circa 3 km e mezzo di sterrato) ci sono stati sbancamenti di terra e roccia per la posa di condotte fognarie e idriche. E sebbene nella breve visita al cantiere non abbiamo notato nuove costruzioni, se non il rifacimento del vecchio rudere risistemato per accogliere 20 posti letto e un ristorante, siamo stati informati che sul basamento della vecchia cisterna verrà costruita una piscina . La cooperativa in questione non è un ente di beneficenza, e pertanto fa business, dicono, nel rispetto della natura. Ma siamo sicuri che un’operazione di tale natura sia compatibile con l’assoluto rispetto dell’equilibrio biologico del luogo?

Che cosa c’entrano una piscina, venti posti letto e una Spa in questo sito di inestimabile valore storico, archeologico, speleologico e naturalistico? E perché sembrano essere state sbancate tonnellate e tonnellate di roccia nonostante i vincoli esistenti? Se si tratta di un’operazione compatibile con l’equilibrio naturale e paesaggistico del luogo, perché è stata prevista una simile infrastruttura? I rappresentanti della cooperativa ci hanno ribadito che i controlli da parte dei vari enti preposti sono quotidiani e i permessi regolari, e fino a prova contraria non abbiamo motivo di dubitarne. Ma preso atto che la cooperativa rispetta le regole, rimane, tuttavia, la responsabilità di chi non ha avviato i processi di informazione e partecipazione popolare obbligatori per legge e promosso un’assemblea popolare informata sulla privatizzazione del bene pubblico. Una scelta tale doveva infatti passare attraverso una corretta informazione alla collettività e un dibattito pubblico che tenesse conto dell’opinione dei cittadini. E se non è stato fatto prima, bisogna che s’inizi a farlo adesso.

La comunità Algherese deve farsi parte attiva di una sorveglianza costante, evitando che un solo metro cubo in più sia eretto e vigilando affinché i lavori vengano condotti nel pieno rispetto dei vincoli ambientali. D’ora in poi non dovrà più accadere che su scelte tanto rilevanti vengano eluse le regole sulle assemblee popolari, e dobbiamo far sì che il dopo-Covid non sia caratterizzato da uno slittamento verso il basso della qualità del nostro tessuto socio-economico, dallo shopping di basso livello e da modalità d’impresa che non sanno guardare lontano. Ogni scelta che modifichi il territorio, a partire dal Piano del Parco, dovrà passare per procedure d’informazione e partecipazione ben disegnate e realizzate. In mancanza, la collettività di cui facciamo parte integrante, dovrà schierarsi a difesa dell’ambiente ed impugnare ogni atto adottato in violazione di norme precise e cogenti che sanciscono il diritto collettivo alla partecipazione in campo ambientale.

La crescita disordinata della città è sotto gli occhi di tutti, e in mancanza di un piano urbanistico la qualità dei litorali, delle attività commerciali, dei trasporti e del sistema sanitario non può che peggiorare. Una città senza un chiaro piano di sviluppo, condiviso, partecipato, deliberato, è inevitabilmente destinata al caos. Pertanto, in assenza di un’amministrazione lungimirante e sensibile a questi temi, la vigilanza civica, di tutti i cittadini, attraverso strumenti assembleari liberi e accessibili, diventa ogni giorno più prioritaria. Per il futuro di Punta Giglio, di Alghero, di ogni singolo concittadino e di tutte le persone che frequentano e davvero amano questo nostro territorio.

Mario Salis, 7 Luglio 2021