Violenta figlia per 10 anni e la prende a calci sulla pancia per non farla restare incinta

E' iniziato il processo nei confronti di un operaio albanese di 45 anni dell’hinterland anconetano. Avrebbe stuprato la figlia per anni, da quando la piccola aveva solo 8 anni, prendendola poi a calci nel ventre per evitare che restasse incinta. Poi la portava a scuola come se nulla fosse.

E’ una storia da film horror quella che arriva da Jesi, in provincia di Ancona. Un uomo avrebbe stuprato la figlia, a giorni alterni, per 10 anni, fino a quando lei, una volta maturata la maggiore età, non è scappato di casa. Ha quindi raccontato quegli anni di prigionia e abusi ad una parente, che a sua volta ha provveduto a denunciare i fatti alla Procura di Ancona. I protagonista di questo dramma sociale sono un albanese di 45 anni, che il prossimo 22 giugno sarà processato ad Ancona dopo sei mesi passati dietro le sbarre per violenza sessuale pluriaggravata, e sua figlia di 23. I fatti risalgono al 2001, quando lei aveva solo 8 anni. E’ l’anno in cui inizia il supplizio per la vittima. Da allora le violenze si ripetono. Ogni mattina. Mentre la mamma era fuori per lavoro, il papà l’avrebbe portata in un’altra stanza, l’avrebbe toccata in modo innaturale, abusato di lei, fino ad arrivare a consumare rapporti sessuali completi. Quindi, come se nulla fosse, la accompagnava a scuola, e poi andava a lavorare.

E se la figlia si azzardava a ribellarsi, scattavano le minacce: “Se dici qualcosa, ammazzo prima tua madre, tua sorella, tuo fratello, poi mi uccido anche io”. Non è tutto, il padre avrebbe periodicamente preso a calci la figlia sulla pancia. Così facendo, secondo il pensiero dell’uomo, avrebbe interrotto eventuali gravidanze indesiderate. Anche per questo è accusato non solo di violenza sessuale pluriaggravata (dal legame di parentela, dalla minore età della vittima e dall’età inferiore ai 10 anni), ma anche di maltrattamenti in famiglia. Gli abusi si sarebbero interrotti nel 2011, quando la ragazza compì 18 anni e si allontanò da casa, raccontando parte della vicenda alla zia. Secondo la difesa dell’uomo, la giovane si sarebbe inventata una storia per screditare un padre con cui avrebbe sempre avuto un rapporto conflittuale. Quasi una ritorsione per non aver voluto contribuire al suo mantenimento da studentessa in un’università estera. Ma intanto l’uomo è in carcere.

Tratto da www.fanpage.it ©

7 Maggio 2016