Tedde (FI): «Centrosinistra immobile, riforme solo annunciate»

Marco Tedde, vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, commenta il continuo rinvio della cosiddetta riforma degli enti locali.

“La montagna ha partorito un topolino”. Così Marco Tedde, vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale commenta il continuo rinvio della cosiddetta riforma degli enti locali. “Dopo 9 mesi di discussioni e annunci (le linee guida della riforma sono del 30 settembre 2014) – osserva l’esponente azzurro- le liti interne alla maggioranza hanno prodotto un rinvio, ad oggi sine die, della discussione della legge di riforma del sistema delle autonomie locali. Ricordiamo le parole dell’assessore Erriu del 22 Dicembre dello scorso anno: “Le riforme che funzionano sono quelle condivise e il disegno di legge è frutto di un lavoro partito dall’approvazione in Giunta delle linee guida”.

Sembrava che nel giro di qualche settimana si potesse giungere all’approvazione della legge, per noi profondamente sbilanciata e patologicamente Cagliari-centrica. Ma così non è stato.  Le risse della  maggioranza di centrosinistra hanno fatto fare alla Sardegna un tuffo verso il passato o, se vogliamo, un incredibile ritorno dal futuro di una  riforma che ci avevano fatto credere che sarebbe stata approvata nel giro di qualche giorno.  Eppure lo scorso anno l’Assessore Erriu cantilenava che “La riforma risulta indifferibile considerata l’urgenza di dare risposta alle prospettive di riordino scaturenti dall’esito dei referendum del 6 maggio 2012, abrogativi delle leggi istitutive delle province di Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia Tempio, nonché dalla necessità di adeguarsi alla legge 7 aprile 2014, n. 56 (cosiddetta legge Delrio), che contiene alcuni principi di grande riforma economica e sociale applicabili anche alla Regione Sardegna“. Nulla di tutto ciò è accaduto. Vengono riesumate le quattro province storiche, ma depotenziate.

E sempre l’Assessore Erriu almanaccava che i comuni, attraverso l’unione, e l’unione, attraverso l’associazione di unioni, per l’esercizio di alcune importanti funzioni di area vasta, costituivano il fulcro della riforma per garantire ai cittadini la parità di accesso ai servizi. Ebbene, proprio le associazioni di comuni, che avrebbero dovuto sostituire le Province, spariscono dal disegno di legge. Insomma, l’ennesimo “pasticciaccio brutto”, creato da una maggioranza caleidoscopica e priva di un unico orizzonte programmatico. Cominciamo il domani? No, con il centrosinistra è un continuo ritorno al passato”.

Redazione, 2 Luglio 2015