Si suicidò dandosi fuoco, Equitalia presenta il conto alla vedova: “Paghi 60mila euro”

E’ passato più di un anno da quando Giuseppe Campaniello si diede fuoco davanti all’Agenzia delle Entrate di Bologna. L’uomo si suicidò perché disperato, dopo che lo stato gli aveva chiesto oltre 100mila euro per lo più a causa di sovrafatturazioni emerse nel controllo della dichiarazioni dei redditi. Un’accusa respinta da Giuseppe che aveva, invano, fatto ricorso, decidendo, poi, di patteggiare la pena. La stessa mattina dell’udienza, però, si suicidò chiedendo, in un biglietto, di lasciare in pace la moglie. Lo stesso Attilio Befera, apprendendo la tragica notizia, commentò: “Siamo estrememente dispiaciuti; seguiremo attentamente questa situazione per non creare ulteriori problemi”.

Ma non è andata affatto così. Alla moglie di Giuseppe è arrivata una cartella di Equitalia da oltre 60mila euro di debiti.Un cumulo di Irpef, Iva, addizionali regionali e imposte sulle attività produttive risalenti al triennio 2005-07, che la donna ha ‘ereditato’ in virtù della comunione dei beni con l’uomo che amava. “Sono senza pietà, io non c’entro niente col lavoro di mio marito. Io non ho i soldi per pagare quella cifra, al momento non ho neanche un lavoro”, racconta al Resto del Carlino. “Attualmente vivo con la pensione di reversibilità di mio marito, neanche 500 euro al mese”. Per questo, disperata, ha deciso di scrivere al Presidente della Repubblica e persino al Papa, senza ottenere alcuna risposta. “Ma nessuno mi ha mai risposto. E chi ha promesso di farlo, poi non si è più sentito. Mi sono rivolta alle istituzioni per avere un lavoro o un sussidio, ma mi hanno risposto che non ne ho diritto. Ma a 50 anni un lavoro non te lo dà più nessuno di questi tempi?”.

Tratto da www.fanpage.it ©

30 Novembre 2013