Riflessioni sui soldi ai partiti: finanziamento o rimborsi spese?

Riprendo le mie riflessioni affidate ad AlgheroEco del 1° Maggio non solo perché l’argomento, da un punto di vista dell’etica politica, è di una attualità lacerante che suscita commenti abbastanza variegati, ma soprattutto perché è una pietra angolare per la riduzione dei costi della politica per due versi : il primo connesso alla quantità di denaro pubblico reale posto a disposizione dei Partiti, ed il secondo perché passa di qui la rivoluzione che devono vivere i Partiti nell’affrontare la questione morale che li investe in prima Persona, e poi si diffonde per il Paese a macchia d’olio; e poco importa se la nuova legge impostata da Alfano, Bersani e Casini, non sia in sintonia con il mio pensiero e con quello di tanti Cittadini; non si migliora una legge ingiusta, fraudolenta sin dall’origine per i motivi che sappiamo e che minano dalle fondamenta la volontà popolare. E’ bene che la Gente si convinca sulla necessità di un intervento chirurgico e non abbia pietà per gli inevitabili caduti che verranno seminati per strada, che sono poi i Lusi, i Belsito, i Renzo Bossi, le Pasionarie, e, forse, qualcun altro ancora.
Mi spiego meglio: proporre la riduzione della metà per i rimborsi elettorali così come ora vengono corrisposti, significa non riconoscere che quella legge fu una truffa, voluta dai Partiti, tutti, nessuno escluso; dal mio Partito, il PD, mi sarei aspettato più coraggio, più autocritica, e soprattutto la capacità di riflessione che questo momento propone, sia perché l’antipolitica trova un terreno fertile dove non alberga l’autocritica, e sia perché tutti, che si sia impegnati politicamente, o che si deleghi ancora una volta all’infinito, dobbiamo rifondarci eticamente, il che significa, in parole molto povere, che dobbiamo cambiare vita. Nessuno ha il coraggio di dire la verità agli Italiani, neanche il Presidente Napolitano il quale spesso e volentieri usa il bisturi : non siamo più nelle condizioni di condurre lo stile di vita proposto dal miracolo economico e santificato dalle televisioni berlusconiane dove la pubblicità indica, oltre i bisogni familiari, anche l’educazione familiare ed il rapporto tra Genitori e Figli: le famiglie perfette, la bella gente, gli amori esemplari, i reality, il superenalotto, le vincite milionarie e la speranza che un giorno possa capitare anche a noi la bella favola, sono falsi miti, inganni devastanti. Quando si prende denaro in prestito, questo deve servire per lavorare, non può essere utilizzato per il fuoristrada o per il coupé; provengo da una famiglia che lavorava la terra ed allevava bestiame per vivere e per allevare i propri figli, e sono entrato in una famiglia che viveva una tradizione identica : l’incungia, ossia il raccolto in grano, in olive, in agnelli, in latte, ed il denaro che esso fruttava, non veniva scialato, ma veniva conservato in attesa dell’annata di magra; le famiglie vivevano quasi tutte la stessa esperienza, e le loro storie, pur a distanza di tanti anni vissuti pericolosamente, ci indicano il cammino giusto; se non chiariamo ai nostri figli che gli anni davanti a loro offrono il poco, che noi abbiamo vissuto ma che a loro è stato risparmiato per troppo amore pur se cieco, per insipienza generale, per una falsa prospettiva che ha cambiato e rivoltato le nostre vite, stiamo falsando la corretta visione del mondo attuale; non si possono possedere ettari di buona terra incolta per chilometri e chilometri, riscaldata da un sole come il nostro, e contemporaneamente comprare il prezzemolo al supermercato, pagando tangenti indescrivibili alle multinazionali capaci, per denaro, di cambiare anche i nostri gusti alimentari. Le conquiste del welfare, Sanità e Previdenza, devono essere mantenute perché hanno significato e costituiscono la bilancia sulla quale si misura l’uguaglianza tra i troppo poveri ed i troppi ricchi (anche se il cammino da fare è ancora tanto), ma dobbiamo cambiare stili di vita, fare rinunce sui beni e sulle cose che sono poi il superfluo, e riversarci sull’essenziale. Ed i Partiti, se vogliono mantenere il loro ruolo di interpreti tra la Società e la sua gestione politica, non devono essere da meno, né devono permettere che un guitto, seppur bravo ma sempre guitto, detti i tempi alla Politica. Devono, come la Società che essi rappresentano, stringere la cinghia, ritornare a stili di vita spartani, ed affrontare direttamente il problema dei rimborsi elettorali, definendone i punti che hanno ragione di esistere e che possono essere giustificati oltre la infamante legge attuale.
Scusandomi per lo sfogo precedente, provo ad indicarne le linee, sapendo perfettamente che il mio parere, come quello della maggioranza della Gente, come sempre succede, non conta nulla, ma sperando fortemente che questo argomento, fondamentale per la stessa vita della Democrazia in Italia , non venga risolto dai Partiti in modo diretto ed unilaterale, ma possa essere sottoposto al giudizio dei Cittadini attraverso un Referendum il quale, abrogando la Legge esistente, possa nel contempo, attraverso la sua formulazione, assumere carattere consultivo.
1)anzitutto il concetto di rimborso elettorale deve essere legato alle spese affrontate dal Partito, e la sua connotazione deve essere legata ai suoi bilanci , che a questo punto devono essere pubblici, e quindi sottoposti al controllo degli organi finanziari del nostro Stato. Ovviamente i rimborsi non dovranno contemplare la sola attività elettorale, ma riconoscere e comprendere la organizzazione del Partito sul Territorio nazionale, ed il suo impegno sulla strada della formazione politica per i suoi iscritti e partecipanti; tale riconoscimento va inquadrato sugli aspetti culturali assunti dai Partiti nella loro funzione educatrice ed organizzatrice. 2) Hanno diritto ai rimborsi elettorali solo i Partiti che partecipano ad elezioni di carattere nazionale, e superano il quoziente dell’1% dei voti espressi: il motivo di questi due limiti sta nell’obiettivo primario di contenere il numero dei Partiti a formazioni che rappresentino realmente un numero significativo di Cittadini. 3)Le donazioni da parte di privati devono essere esplicitate attraverso atti notarili che ne autentichino la reale provenienza, affinché l’opinione pubblica possa connotare e collegare l’interesse del Partito ad interessi privati, anche se coerenti con il bene comune. Mi sembra che questi tre punti possano costituire una reale discontinuità con la legge in vigore, ed assumere il ruolo di punto di partenza per un cambiamento reale. Ovviamente non c’è legge che possa imporre cambiamenti, senza un lavoro interiore che modifichi le nostre intenzioni, e che renda quella legge coerente allo spirito che ci anima.

10 Maggio 2012