«Rete metropolitana, serve una seria pausa di riflessione»

L'opinione di Tonino Baldino - Centro Studi Toniolo

Mentre codesto Comune, in applicazione della Legge Regionale n. 2 del 4 febbraio 2016, si accinge a realizzare la Rete metropolitana del Nord Sardegna, ci preme segnalare che, in questa particolare e delicata fase della politica regionale, il nostro territorio debba caratterizzarsi quale soggetto aggregante di tutti gli Enti Locali risultanti estraniati dai privilegi riconosciuti alla città metropolitana di Cagliari. Ciò implica che, ad iniziare dalla sua denominazione, l’impianto dello statuto dovrà essere tale da non precludere la possibilità di accesso di tutti gli altri Comuni della Sardegna. Non, quindi, Rete metropolitana del Nord-Sardegna; ma “Rete metropolitana della Sardegna”. Uno statuto che, proponendosi di coinvolgere tutti i soggetti, possa essere preordinatore di quello sviluppo armonico ed equilibrato di cui la Sardegna ha urgentemente bisogno e che purtroppo in questo frangente il legislatore regionale, privilegiando l’area cagliaritana, ha dimostrato, al di là dei buoni enunciati, di non avere a cuore per la popolazione sarda nella sua interezza. Non sia scoraggiante il fatto che sarebbe richiesto un impegno notevole per aggregare oltre 400 comuni: Torino ha realizzato la propria Area metropolitana con ben 315 comuni.

In tale prospettiva lo statuto dovrà prevedere che tutti gli enti locali che concorrono alla composizione della Rete debbano essere considerati secondo parametri che travalichino la componente demografica: vanno considerati altri valori che incidono sulla qualità della vita delle popolazioni, come anche altri – quale ad es. la specialità linguistica – che non possono essere ignorati o sacrificati all’insegna della standardizzazione dei processi di sviluppo territoriale. Alghero è attore essenziale nella costituzione della Rete metropolitana e può esigere la sottoscrizione di Patti parasociali dai quali emerga la pari dignità con Sassari (non va sottovalutato che nel periodo estivo la popolazione algherese triplica), ma anche che questi siano predisposti nella chiarezza di un Piano di un Piano degli interventi che si intende attuare ad esempio con riferimento ai programmi di investimenti nazionali ed europei dal 2014 al 2020.

Mancando tali presupposti Alghero diverrà area suburbana di Sassari e nel breve termine perderà importanti istituzioni quali: Compagnia dei Carabinieri; la Sede vescovile (la Diocesi sarà smembrata, in parte assorbita da quella di Sassari ed altra da quella di Oristano); il Distretto socio-sanitario; il presidio dei Vigili del Fuoco. Verrebbe anche meno la motivazione che è alla base della classificazione di Sede universitaria decentrata che – come già avviene per Nuoro, Oristano ed Olbia – consentirebbe la assegnazione di cospicui finanziamenti da parte della Regione Sardegna. Proponiamo pertanto una seria pausa di riflessione per non trascinare la Città ed i suoi cittadini verso scelte che non erano state neanche previste nel documento programmatico della coalizione.

Tonino Baldino, 13 Maggio 2016