Per un pugno di gettoni, la discussione in Consiglio Comunale

Il Movimento 5 stelle propone di dimezzare il gettone: da 99 a 43,07 euro. L'argomento, però, non trova terreno fertile e apre altre delicate questioni.

La mozione presentata dal Movimento 5 Stelle sulla «rimodulazione delle indennità e dei gettoni di presenza spettanti agli amministratori comunali» è approdata ieri in via Columbano. La discussione sul vil denaro, argomento quasi sempre paludoso e delicato, è stata l’occasione per aprire il dibattito anche su altre questioni e normative che regolano l’erogazione dei gettoni, ma non solo.

La proposta del M5s, infatti, consiste nel dimezzare l’attuale rimborso spettante ai consiglieri, portandolo così dagli attuali 99 euro ai 43,07 euro a seduta. La Commissione costituita nei giorni scorsi a Sant’Anna per vagliare tale ipotesi si sarebbe, però, rivelata infruttuosa a causa delle molteplici difficoltà incontrate dalla varie parti nel trovare un accordo condiviso.

Nella seduta di ieri, poi, oltre alla mera questione sul cash spettante agli eletti, si sono affrontati altri due temi collaterali. Il primo riguarda la possibilità dei lavoratori dipendenti di chiedere una giustificazione per l’intera giornata in cui si svolge l’assemblea: un privilegio tutto sardo, non previsto dal Testo unico degli Enti Locali. Oltre a questo, però, a scatenare la polemica è un altra norma che permette a un consigliere essere esonerato dal lavoro anche se formalmente non presente alla seduta. Lo scontro politico è ovviamente scaturito da alcune recenti assemblee civiche saltate per l’assenza strategica di molti esponenti dell’aula.

«Se un consigliere ha diritto alla giustificazione, ma poi non partecipa alla seduta, perché ci deve essere un onore da parte del comune? – ha chiesto Mario Bruno in aula -. Capisco l’assenza politica, la contestazione, e credo che allora debba essere possibile dichiararla, ma diverso è quando il consiglio non si riunisce». Il dibattito è aperto.

Redazione, 5 Marzo 2015