Diga di Torpè: era già piena. Pili: responsabilità gravissime

Il sindaco di Posada e quello di Torpè, solamente un anno fa riportavano l’attenzione anche mediatica del pericolo che i continui lavori in corso in una diga che aveva grandi deficit strutturali, poteva arrecare al territorio. Dunque un allarme già lanciato in pratica un anno fa. Ma come sempre accade, per questioni immaginiamo dovute a scarse finanze (concause incluse), non è stata compresa l’urgenza di sistemare la diga. Oggi, dopo la tragedia dell’alluvione, dopo l’esondazione che è costata la vita a 16 persone e nella diga di Torpè ad una donna disabile Maria Frigiolini, si ricordano quelle parole come quasi ad una profezia. Questa mattina lo ha ricordato il deputato di Unidos Mauro Pili durante la commissione ambiente alla camera. “Sulla diga di Torpè ci sono responsabilità gravissime. L’invaso di Torpè – ha detto Pili – è sotto osservazione da più di dieci anni perché non ha scarico di superficie e paratie. E’ evidente che se il livello di quella diga il 17 novembre era già avanzato, con l’arrivo dei milioni di metri cubi quella diga sarebbe tracimata con la devastazione del paese”. La linea di comando – ha poi aggiunto – che in quel caso è sul doppio fronte statale-regionale. Si sarebbe dovuto informare il servizio dighe e attivare lo scarico già dal 17. Il tema è di una delicatezza estrema perché c’è stata una vittima. La Protezione civile nazionale deve esaminare quello che è successo. Non siamo l’Umbria e la Toscana, le forze necessarie per affrontare la situazione devono varcare il mare e quindi mettere nel conto un ritardo di 24 ore rispetto alle regioni della Penisola. Bisogna pensare a un’efficiente struttura in loco”.

27 Novembre 2013