«Con la riorganizzazione di Meta si esce dalla deriva»

L'opinione di Marina Millanta, consigliera comunale "Per Alghero"

La Fondazione Meta nasce per concretizzare una gestione organica del territorio algherese, ovvero per “creare un rinnovato sistema integrato di gestione e valorizzazione del territorio e delle sue risorse archeologiche, storiche e paesaggistiche”. Per questo gestisce i numerosi siti di interesse culturale e storico e per questo motivo la Fondazione è la regista degli eventi a carattere culturale della città di Alghero. È evidente che, come tutte le strutture complesse, necessita di una guida operativa, una guida che sappia tradurre la volontà politica, la visione culturale e che riesca a pianificare tutti i tasselli che concorrono alla realizzazione dell’idea di città. Quindi tutti gli eventi, mostre, iniziative, una guida che sappia programmare. Questo il punto più importante, quale idea di città si vuole portare avanti e con quali strumenti.

La figura del Direttore è certamente una figura importante, una figura che consentirà un “cambio di passo”. Ma questo solo se si individuerà una figura qualificata, una figura manageriale che con esperienza e competenza contribuirà a migliorare l’odierna gestione dei beni culturali e museali della città. Questo è un salto di qualità non più rinviabile che permetterà allo stesso Presidente di valorizzare e programmare con nuove professionalità le numerose attività svolte quotidianamente da Meta, al fine di potenziare la mission a supporto del turismo e dei servizi alla cultura e alla città. Perché turismo, cultura, storia, ambiente e natura, beni archeologici e artistici, valorizzazione dell’enogastronomia e delle eccellenze locali sono parte integrante del sistema della città. La regia dovrebbe esser unica, e un direttore competente in Meta certamente aiuta.

In quest’ottica sorprendono e non poco le dichiarazioni del portavoce di Forza Italia, che col suo doppio ruolo di Presidente e Direttore, negli anni passati, non ha contribuito a “far correre” la fondazione ma, in alcuni casi, ne ha rallentato il passo. Anche per questo sorprendono i riferimenti a costi, sprechi e prebende. Perché non c’è maggior spreco di una non organizzazione. C’è voluto tempo, lavoro e impegno, ma con determinazione si sta dando corpo ad una riorganizzazione della Fondazione, sia attraverso la programmazione unitaria degli eventi e della promozione sia attraverso la strutturazione del personale, venendo fuori dalla deriva a cui era stata portata Meta dalla gestione Delogu. Le polemiche non servono certo a spostare l’attenzione su un lavoro che produrrà risultati certamente superiori al passato.

Marina Millanta, 6 Aprile 2016