“Spiegate agli algheresi chi gestirà i siti archeologici di Palmavera e Sant’Imbenia”

L'opinione di Raffaele Cadinu

Manco saliti sullo scranno e dimentichi delle critiche fangose proferite alla passata legislatura, come da manuale del bravo politicante cagliaricentrico, hanno calpestato le stesse orme di chi beffardeggiavano, per aver spostato il potere decisionale nel capo di sotto. E quale migliore sistema per tradire se stessi e nascondere la mano, se non quello solito di inventarsi l’ennesimo carrozzone politico, con l’ennesimo consulto di baroni universitari nominati dai politici stessi, di modo da conservarne reciprocamente la sudditanza o l’amicizia o entrambe.

Chi sono costoro? Sono i Riformatori Sardi che con la proposta di Legge n. 10 del 22 maggio 2019 si hanno inventato la Fondazione Beni Culturali della Sardegna, un nuovo organismo che dovrebbe acquisire ed accentrare a se la gestione e la fruizione dei beni elencati di seguito:  la gestione dei servizi relativi a musei di ente locale; parchi archeologici ed ecomusei; il funzionamento dei sistemi museali; la gestione dei servizi relativi a biblioteche e archivi storici di ente locale e d’interesse locale; il funzionamento dei sistemi bibliotecari.

Una bella e vergognosa mossa dei Riformatori Sardi che nella nostra città ha rappresentanti riconosciuti e spero dimenticati presto. Vorrei da loro una spiegazione pubblica in parole povere e non con frasi fatte per questa porcheria, che se attuata vedrà il nostro museo appena aperto gestito da Cagliari, in quanto la Fondazione è organismo regionale autonomo, con decisioni autonome suffragate da un comitato scientifico nominato sempre dai soliti politici di turno. Spiegatelo ai cittadini di Alghero chi gestirà con la nuova Legge da voi proposta i siti archeologici del Palmavera e di Sant’Imbenia, chi gestirà con la nuova Legge da voi proposta le biblioteche del nostro archivio storico, chi gestirà con la nuova Legge da voi proposta la necropoli di Anghelu Ruju e via di seguito.

Spiegate bene anche che le risorse individuate per questa meraviglia sono pari a oltre 24 milioni di euro annui, una vera manna per il nuovo stipendificio di marca prettamente riformatrice. Vedremo anche se nel comitato scientifico vi saranno menti eccelse, geneticamente lombarde, per una sorta di rispetto della par condicio elettorale di sudditanza obbligata, che vedrà spero la sua fine il prossimo 12 giugno al TAR. Dovrebbero nutrire per tale azione una vergogna assoluta soprattutto per  l’irrispetto della nostra identità territoriale.

Raffaele Cadinu, 8 Giugno 2019