Sostegni alle povertà bloccati. Situazione al collasso

A causa di un aggiornamento del servizio informatico del sistema contabile non possono essere erogati i fondi a disposizione dei più deboli. La situazione sta degenerando. Minacce di autolesionismo e tensione alle stelle

Fondi per il sostegno abitativo, legge 162 disabilità psicofisica, estreme povertà, linea 3, contributi economici esigenze primarie,  legge 20disabilità mentale, legge di settore , nefropatici trapiantati e neoplasie. Queste sono le categorie che l’Amministrazione dovrebbe tutelare e alle quali viene garantito un sostegno economico seppur minimo ma necessario. Parliamo di sopravvivenza, parliamo di persone che devono mangiare, devono curarsi patologie gravissime, persone con figli a carico che non sanno come elemosinare il cibo per i propri figli. Siamo al tracollo, e il rischio che la situazione esploda è altissimo. I fatti sono questi: Alghero come comune pilota di un progetto di aggiornamento del sistema contabile ha lavorato fino al 31 Dicembre per consegnare in tempo tutti i dati del sistema operativo, ma a quanto pare non essendo completato l’iter di trasferimento di questi dati dal vecchio database al nuovo non si possono erogare i finanziamenti. I servizi sociali in verità hanno lavorato correttamente, per garantire la liquidazione dei finanziamenti che è stata completata; ma per un problema del nuovo sistema tutto è congelato.

La gravità non sta tanto nella lentezza della procedura, quanto nel non comprendere che questo ritardo abbandona famiglie, uomini e donne che sono nel baratro e che versano in condizioni gravissime. Com’è possibile che non ci si accorga di questo? Com’è possibile che nessuno si dia una mossa per dare risposte? Il dirigente dei servizi sociali resosi conto dell’estrema gravità ha già portato alla luce la situazione al Commissario ma bisogna che i servizi finanziari provvedano con estrema velocità a garantire i pagamenti necessari. “Mi faccio arrestare, almeno in galera posso mangiare”. Un esempio di ciò che abbiamo sentito da chi, disperato, ha cercato di avere risposte. Alcuni lavoratori del progetto “liena 3 attendono l’ultimo stipendio di dicembre, circa 500 euro ,e questo serve per mangiare; si rischia di non riuscire più a gestire la disperazione della gente se non si danno risposte concrete, almeno sulla data in cui riusciranno a vedere i soldi.

A quanto ci è dato sapere dai servizi sociali stanno cercando di trovare soluzioni alternative ma insufficienti: qualcuno viene aiutato dal centro di Ascolto alla Caritas, qualcun altro dall’Associazione Approdo che può fornire il pacco mensa, ma non si può proseguire in questo modo. Quest’estate, è bene ricordare che ai servizi sociali chi lavorava con l’utenza andava a lavorare con l’ansia perchè si sono verificati episodi di reazioni violente di persone che hanno gravi difficoltà e che si sentono abbandonate; per questo è stata inserita la vigilanza armata. Ora: come si può procedere? Una soluzione immediata potrebbe essere quella di avviare una procedura straordinaria e pagare con l’aiuto di una banca che emetta i finanziamenti almeno quelli più urgenti, saltando il passaggio del mandato. Ma questa soluzione è fattibile? Chi si fa carico di risolvere immediatamente la situazione? Per quanto la dignità e il silenzio di queste persone li fa restare nell’ombra, è possibile che si debba arrivare alla tragedia o alle manifestazioni ecclatanti di autolesionismo e di protesta ? Alghero ha bisogno di essere risollevata, ci sono troppe storie di disagio che è bene conoscere prima di ogni altra cosa e a cui dobbiamo trovare soluzioni. Ieri, non domani.

16 Gennaio 2014