Sangremar al Museo Manno

Sangremar, una parola nuova. Ispira virtù, passione, identità tangibile di elementi naturali, sangue e terra, mare e aria, forze cosmiche rubate alla terra di Alghero e racchiuse in un romanzo dal fascino indiscutibile. Non posso raccontarvi nello specifico la fatica letteraria di Massimiliano Fois, sarebbe come svelarvi la fine di un film che vi apprestate a guardare. Vi priverei di gran parte d’emozione. Ma posso indurvi in tentazione, istigando la vostra curiosità, legata alla semplicità di un romanzo che vuole raccontare in forma dialogata, i più antichi misteri di una terra che noi conosciamo bene perché la viviamo. Alghero ispira profonde riflessioni e si concretizza in fitti dialoghi tra i personaggi, in maniera cosi chiara e scorrevole che sembra ad un certo punto di prenderne parte, risucchiando il lettore in un tempo senza scansione di secondi, minuti e ore. Non è la prima volta che Massimiliano Fois personifica in maniera tangibile l’amore per la sua terra. E’ un costante ritorno letterario e mnemonico, ed è per questo che lo possiamo definire il Dagherrotipo emblematico dei giorni nostri.

Ieri sera al Museo Manno , abbiamo instaurato una discussione molto profonda sull’identità culturale di Sangramar, recensita dalla critica locale e nazionale, come la più forte impronta di sangue e mare che potesse specchiare Alghero. Neria de Giovanni e la sua casa editrice Nempress hanno scommesso sul valore contemporaneo di questo romanzo, che appare già chiaro come il sole. Non possiamo prescindere da un concetto generale: la cultura identitaria, quella che si respira nelle piccole realtà, diventa patrimonio di antichi saperi e tradizioni secolari, che se veicolati da una grande penna come quella di Massimiliano Fois, possono costituire un patrimonio letterario di immenso valore. Non c’è niente di ricercato nelle pagine di Sangremar: semplicità, dialoghi che si dipanano senza intoppi, veloci incursioni nella lingua e nella terra, una scoperta che pochi autori sanno rendere con la stessa trasparenza. Ed è una semplicità legata al suo modo di fare, perchè Massimiliano è consapevole di avere un dono ma non lo carica di personalismi. “‘Sangremar e’ una speranza, un arrivederci, e’l’annuncio di un finale senza precedenti… ci sono i miei ricordi, la mia famiglia, le mie citta’… Il sangue nel mare e il sangue del mare. Sangremar era una storia che valeva la pena raccontare”.  Queste le parole dell’autore.

19 Agosto 2013