Rifiuti, IRS: esposto di Gavino Sale alla Procura della Repubblica

Il Presidente di Indipendèntzia Repùbrica de Sardigna, Gavino Sale, martedì ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Tempio Pausania “in merito al tentativo di importazione in Sardegna di rifiuti (probabilmente percolato) da parte della società catanese Paradisi Servizi, con l’avvallo del Cipnes Gallura con sede a Olbia”. “L’opposizione all’importazione e allo sbarco da parte del sindaco di Olbia – scrive Irs – ha determinato il tentativo della società catanese di spostare i rifiuti verso Porto Torres. Il tentativo non è andato a buon fine anche per la vigile attenzione della Commissione provinciale dell’Ambiente della Provincia di Sassari. Apprendiamo dalla stampa che il Tar Sardegna avrebbe sospeso l’ordinanza del Sindaco di Olbia che vietava l’importazione dei rifiuti e che pertanto il Cipnes si appresterebbe ad accogliere i residui siciliani presso il suo impianto”.

L’esposto presentato secondo Irs si rende necessario in quanto si chiede alla magistratura di fare chiarezza sulla legittimità delle procedure che riguardano lo smaltimento di rifiuti prodotti al di fuori del territorio della Regione Sardegna. A questo proposito gli esponenti di Irs ricordano le normative italiane e della Regione ma soprattutto “la sentenza 12/2007 della Corte Costituzionale che ha confermato il divieto della extraregionalità per i ‘rifiuti urbani non pericolosi’ tra i quali dovrebbe essere considerato anche il percolato di provenienza siciliana. L’imminente arrivo delle navi che dalla Sicilia porteranno a Olbia le prime tonnellate di percolato ci porta all’amara constatazione di come in Sardegna anche le scelte che comportano effetti diretti sulla salute pubblica possano essere prese nella più totale indifferenza della volontà degli abitanti e della società civile”.

Gli indipendentisti poi concludono: “E’ ancora più grave constatare che l’ente che si occuperà dello smaltimento (il Cipnes presieduto da Settimo Nizzi) riceverà per quest’operazione la cifra di 1 milione di euro. Come se una somma di denaro possa essere sufficiente per permettere di porre a rischio la salute di migliaia di cittadini. Oggi assistiamo con piacere alla nascita di comitati e associazioni di persone che spontaneamente si auto-organizzano per pretendere il diritto a vivere in una terra sana, libera da imposizioni esterne e dove sia garantita la legalità”.

26 Aprile 2013