“Razzismo, alle sue squallide manifestazioni Bipartisan segua un totale rifiuto, Bipartisan”

L'opinione di Vittorio Guillot

Un giovane filippino viene pestato a sangue a Cagliari da un gruppo di farabutti perché, per un pregiudizio razzista, degno dei peggiori ed animaleschi analfabeti ,lo ritengono portatore del
‘coronavirus’; un giovane senegalese finisce all’ospedale di Palermo a causa della violenta aggressione subita da una banda di delinquenti minorenni; una ragazza cinese è umiliata in Veneto per i suoi occhi a mandorla; troppe targhe dei Martiri delle foibe vengono profanate dagli accoliti dei comunisti jugoslavi, responsabili di una feroce e razzista ‘pulizia etnica’; un musicista israeliano è espulso da un festival in Sardegna solo per la sua nazionalità, quindi per una discriminazione razzista ; in troppe parti d’Italia scritte e simboli antisemiti sono tracciate in luoghi cari agli ebrei…… Purtroppo anche da noi il razzismo fa il suo schifoso capolino mostrando di non essere “qualcosa solo di destra o di sinistra” ma di trovare il suo humus nella diffusissima ignoranza e bestialità ‘bipartisan’.

D’altra parte il razzismo è stato anche ‘cosa di sinistra’ tanto che Lombroso, scienziato italiano che lo propugnò, era un convinto marxista-darwiniano. Io non esito a sperare che lo Stato abbia la forza di stroncare questa barbarie senza alcun indugio prima che faccia anche un solo altro danno. Per altro verso, anche a ’destra’ non è mancato chi credeva nella ‘pari dignità’ di tutte le etnie e culture, come i tradizionalisti De Benoist e, mi pare, Spengler. Certo sono assolutamente ostile alla accoglienza indiscriminata di masse di migranti ‘economici’ che si muovono verso la nostra Terra. Infatti credo che sia folle aprire le porte a tutti senza valutare se sia possibile integrarli, tenendo conto sia della ‘compatibilità culturale’ che della concreta possibilità di dare loro casa, lavoro ed assistenza sociale uguale a quella goduta dagli italiani.

Una accoglienza che prescinda da questi presupposti, infatti, si trasforma inevitabilmente in una pericolosa fabbrica di sbandati, discriminati e sfruttati, che produce mille forme di schiavitù mentre finisce per arricchire i peggiori ‘padroni’, gli sfruttatori della prostituzione, i mercanti di droga e la delinquenza spicciola ed organizzata. Una simile ed ipocrita accoglienza, malgrado il massimo impegno delle forze dell’ordine, rende insicuri i quartieri più popolari delle nostre città ed abbatte perfino le conquiste sociali dei nostri lavoratori, ottenute anche grazie all’azione delle organizzazioni operaie. Coloro con cui è possibile integrarsi siano, invece, i benvenuti. Pertanto, pur confermando fino in fondo l’obbligo di salvare chi rischia la vita in mare, ritengo che le
operazioni di soccorso dei naufraghi debbano avvenire nel rispetto delle efficienti Convenzioni Internazionali che le disciplinano.

Continuo, invece, a pensare che la loro violazione da parte chi vuole prepotentemente imporre agli stati ed ai popoli un carico di ‘migranti’ che non possono sostenere, costituisca una autentica violenza antidemocratica che deve essere repressa, come tutte le aggressioni. Mi riferisco agli scafisti ed a chi collabora con loro. Ciò non toglie che, seppure io ritenga assolutamente doveroso respingere chi non è possibile integrare, sia cosa ‘buona e giusta’ accettare chi fugge da guerre e persecuzioni. Anche in questo caso, data la complessità del fenomeno, sarebbe indispensabile che il nostro governo pretendesse una equa distribuzione dei profughi tra i Paesi della U.E.. Va da se che, considerata la concreta possibilità di infiltrazioni delinquenziali, integraliste e terroriste, sia necessario tenere prudentemente d’occhio chiunque arrivi e se ne limiti la libertà di circolazione finché non si siano fatti i necessari accertamenti.

D’altro canto, per ridurre la necessità delle migrazioni, è necessario stabilire con i Paesi di partenza degli accordi che prevedano non solo maggiori impegni per i rimpatri e per il blocco delle partenze ma, soprattutto, aiuti che arrivino alle popolazioni. In proposito mi è piace moltissimo, per esempio, l’iniziativa di quel sardo che aiuta i tunisini a praticare l’acqua cultura nei vasconi di irrigazione delle loro oasi, incrementando, così la produzione e le possibilità di lavoro. Magari il suo esempio fosse seguito da tanti altri e dagli Stati! Al fine di tutelare gli interessi del nostro popolo sarebbe anche indispensabile intervenire per stabilizzare la Libia. Ciò sarebbe relativamente più facile se gli interventi politici, diplomatici e militari fossero effettuati dalla Unione Europea. Questo fatto presumerebbe che gli stati che la compongono attuassero una unica politica estera e la istituzione di una unica forza militare che costituisca il baluardo europeo della NATO. Il modello potrebbe essere quello del C.E.D., abortito per responsabilità francese.

Occorrerebbe, per tutto ciò, che i nostri governi prendessero innanzi tutto atto dell’importante peso specifico che l’Italia ha nell’ambito europeo e lo facesse adeguatamente valere anziché subire supinamente le iniziative tedesche, francesi e nordiche. Giunto a questo punto, mi rendo conto di aver scritto nel libro dei sogni. Infatti tutto ciò che ho esposto sarebbe realistico solo se il sistema politico italiano consentisse una decisa azione del governo. Purtroppo, però, un governo il cui premier deve continuamente guardarsi dalle imboscate degli ‘alleati’, contrattare con loro qualsiasi iniziativa, fare continui e pasticciati compromessi, non può avere nessuna autorevolezza. Così finiamo per prendere sberle da chiunque. Anche il fatto che una Compagnia privata, come Air Italy abbia annunciato una liquidazione che ci penalizza brutalmente, senza averla proposta al nostro governo, la dice lunga sulla evanescente inconsistenza internazionale di questa Italia. Ciò malgrado che a quella Compagnia sia stato concesso di utilizzare i nostri aeroporti e che il suo disimpegno comprometta il lavoro di migliaia di dipendenti, oltre al diritto alla mobilità degli italiani di Sardegna.

Tutto questo a prescindere dalle responsabilità assunte dai precedenti governi nel rilasciare quelle concessioni senza pretendere che nei programmi della Compagnia fossero posti dei vincoli a tutela del nostro diritto sociale alla mobilità. Quanto ho scritto conferma, comunque, quanto io sia totalmente contrario al razzismo. Lo sono in modo assoluto anche quando chiedo il rispetto della identità, della sicurezza, degli interessi legittimi e dei diritti naturali del nostro popolo, respingendo la preconcetta superiorità razziale di un gruppo umano su un altro, dato che l’essere umano è sostanzialmente uguale, malgrado le differenze culturali e fisiche. In questa ottica sarei ben contento se anche i partiti della destra sociale e democratica continuassero a dichiarare la loro opposizione ai razzisti. Ciò, però, non basta. Piuttosto non facciano neppure sorgere il sospetto di essere loro complici, tollerandoli come ‘compagni che sbagliano’. Semai denuncino alle forze di polizia chiunque compia azioni razziste. Facciano attenzione, inoltre, a non usare comportamenti, toni e parole che possano essere intesi da certi balordi come istigazione alla xenofobia e che consentano ai soliti sinistri mestatori di imbastirci sopra delle sciocche speculazioni. Certo i ‘destri’ avrebbero tutte le ragioni di respingere le provocazioni di chi, per strumentale malafede o per ignoranza crassa, confonde il razzismo con la pura, semplice e doverosa difesa dei diritti e degli interessi legittimi del nostro popolo. Ma, che volete, così va il mondo e a sinistra è abbondantemente diffusa la faziosità più stupida, seppure spesso ammantata di presuntuoso intellettualismo!

Vittorio Guillot, 20 Febbraio 2020