“Rally Italia: non è un contentino, ma l’anima della Sardegna”
L'opinione di Mario Conoci, ex sindaco di Alghero

Non facciamoci prendere in giro. Il Rally Mondiale WRC in Sardegna non può essere ridotto a un semplice contentino per il 2026. In oltre vent’anni di storia, tra Alghero e Olbia, la gara ha instaurato un legame inscindibile con l’isola: le strade sterrate immerse in paesaggi spettacolari, i borghi che si animano per l’evento e il calore del pubblico sardo hanno reso il Rally Italia una delle tappe più apprezzate e riconoscibili dell’intero campionato. È questo connubio unico a dare valore all’evento e a restituire alla Sardegna un prestigio internazionale che nessun’altra sede può garantire.
Lo spostamento annunciato a Roma dal 2027 rischia di spezzare questo equilibrio e vanificare oltre vent’anni di investimenti delle istituzioni e sacrifici degli organizzatori locali. La Capitale non ha certo bisogno di ulteriori vetrine: è già universalmente conosciuta e offre un calendario fitto di eventi che rischierebbe di relegare il Rally a manifestazione secondaria. Per questo la scelta appare più come il risultato di un accordo di poteri romani e di logiche organizzative, che come una reale necessità della città, che non ha bisogno del Rally per rafforzare la propria immagine.
La Sardegna, invece, con il Rally ha costruito un volano di crescita che unisce sport e territorio. Le immagini trasmesse in tutto il mondo hanno promosso l’isola come meta non solo balneare ma anche sportiva e naturalistica. Ogni edizione ha portato ricadute concrete per strutture ricettive, ristorazione, servizi e imprese locali, soprattutto in un periodo di destagionalizzazione, generando un indotto economico e turistico superiore a quanto investito.
Privare la Sardegna di questo appuntamento significherebbe non solo infliggere un danno economico e turistico al territorio, ma anche snaturare l’identità stessa del Rally Italia, riducendolo a un evento tra tanti nella Capitale. Il 2026 non deve essere un addio, ma l’anno decisivo per dimostrare che Sardegna e Rally Mondiale sono un connubio naturale e vincente. Spezzare questo legame sarebbe un errore strategico che danneggerebbe la Sardegna, il WRC e l’Italia intera.