Porto Torres, svolta dopo 4 anni per l’omicidio di Mario Sedda: un arresto
Arrestato un ragazzo ritenuto presunto responsabile dei reati di omicidio, aggravato dall'aver adoperato sevizie e aver agito con crudeltà, e vilipendio di cadavere per aver deturpato il corpo della vittima attraverso l'utilizzo di prodotti chimici.

Nel corso della nottata appena trascorsa, a Porto Torres, a conclusione di prolungate indagini, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Sassari, unitamente al personale della locale Compagnia e a militari dello Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori Sardegna, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale per i Minorenni di Sassari, arrestando un ragazzo ritenuto presunto responsabile dei reati di omicidio – aggravato dall’aver adoperato sevizie e aver agito con crudeltà – nonché vilipendio di cadavere – per aver deturpato il corpo della vittima attraverso l’utilizzo di prodotti chimici.
Il provvedimento scaturisce dalle indagini condotte dai Carabinieri a seguito del ritrovamento del cadavere di Mario Sedda avvenuto nel 1° aprile 2021 in via dell’Erica a Porto Torres. A seguito del ritrovamento, il medico legale constatò che il decesso era stato provocato da diverse ferite inferte utilizzando un coltello con lama in ceramica della lunghezza complessiva di circa 20 cm e da una grossa pietra. Inoltre il complesso degli accertamenti medico legali eseguiti consentiva di datare l’epoca del decesso tra il 29 e 30 marzo 2021 e di affermare che la condotta subita dalla vittima si era protratta nel tempo mentre la stessa versava in uno stato di incoscienza, descrivendo l’atto come una tortura inflitta in un momento di incapacità di reagire.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Sassari hanno condotto sin da subito meticolose indagini sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Sassari in quanto il principale indagato era, all’epoca dei fatti, sedicenne. In particolare gli accertamenti eseguiti, sviluppati anche con il supporto dei Carabinieri del Reparto Investigazioni Scientifiche di Cagliari, comprendevano prolungate intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi delle immagini di decine di impianti di videosorveglianza e numerose perizie tecniche, venendo escussi circa 150 potenziali testimoni.
Nel complesso la scrupolosa attività d’indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica per i Minorenni di Sassari, consentiva di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato che venivano pienamente condivise dal GIP presso il Tribunale per i Minorenni di Sassari che disponeva l’applicazione della misura cautelare in carcere. A conclusione delle incombenze di rito, il ragazzo è stato ristretto presso l’Istituto Penitenziario Minorile di Quartucciu.