Perchè mi piace Papa Francesco

Mi piace che il nuovo Papa abbia voluto chiamarsi Francesco, come il poverello che, aiutato dalla Fede e non dalle potenze di questo mondo né dalle utopie che si ispiravano, e si ispirano, al materialismo ateo, sorresse la Chiesa ripulendola di quanto , anche in quei tempi, c’era di marcio al Suo interno. Lui, quella Chiesa, la voleva far trionfare su tutto e su tutti , opponendosi alle forze anticristiane ed eretiche che, invece, allora come ogggi, intendevano distruggerla. Da cattolico dico che mi piace questo atteggiamento anticonformista e, per certi aspetti , rivoluzionario con cui il Papa spero voglia ritornare alle genuine e antiche tradizioni cristiane. Tra l’altro non mi pare affatto né un paradosso né una contraddizione essere rivoluzionario e tradizionalista. Mi chiedo, piuttosto, se è contradditorio e incoerente chi si ritiene autoreferenzialmente rivoluzionari o e progressista ma , poi, nei fatti è legato a vecchie mentalità conservatrici e reazionarie. In questa ottica, spero che, oltre che a fare ampia pulizia nell’ambito di quella Sacra Istituzione, Papa Bergoglio completi l’opera di Papa Woytila e, come quest’ultimo ha potentemente contribuito a demolire il comunismo , dia una mano per rivoltare come un calzino il sistema capitalistico, salvando solo quanto ci sarebbe da salvare. Credo, comunque che tutti coloro che sperano in “aperture” verso coppie di fatto, matrimoni tra omossessuali, aborto e eutanasia resteranno fortemente delusi.

Non è neppure un mistero che dei problemi molto gravosi attendano Papa Francesco. Mi riferisco al fatto che da qualche tempo la Chiesa Cattolica sia , giustamente, oggetto di critiche per certi fattacci nei quali l’hanno coinvolta molti preti. Quelle critiche, anche se a volte strumentalizzate da uno spirito anticlericale, troppo spesso sono fondate. Comunque i comportamenti delinquenziali di certi ecclesiastici mi scandalizzano sempre, ma non mi sorprendono perché fanno parte della debolezza e della corruzione degli uomini. D’altra parte, oltre al Vangelo, in cui é raccontata la famosa vicenda di Giuda, anche negli scritti di San Paolo e degli Apostoli, scopriamo che persino nella Chiesa primitiva ci furono litigi, divisioni e comportamenti immorali. Se poi spostiamo la nostra attenzione alla storia del Cristianesimo, vediamo che essa ha certamente consentito alla civiltà umana di fare un enorme passo in avanti, tanto che anche un comunista ateo come Vittorini, riferendosi all’insegnamento di Cristo, affermò che “Niente di quanto gli uomini hanno detto di nuovo o di concreto o, anche, di utile dopo di Lui, non è stato detto in contrapposizione a Lui”. Non dimentichiamo che in tutto il Nuovo Testamento non c’è una sola parola che inviti ad essere intolleranti ed a perseguitare i non cristiani od i peccatori . Sarà, piuttosto, il Padre Eterno a separare il grano dalla gramigna, quando e come lo riterrà giusto . Non dimentichiamo neppure che la dignità dell’uomo e della donna, soprattutto degli schiavi e degli umili, per la prima volta nella storia, fu
predicata dal Cristianesimo e che le opere di carità cominciarono a essere costituite solo con il Suo avvento. Soprattutto ricordiamo che sono “Chiesa” coloro che anche oggi sono martirizzati per la fede. L’intolleranza fu introdotta successivamente, da uomini che vollero “costringere ad entrare” nella Chiesa chi non era cristiano.

Personalmente penso che nelle scuole si debba insegnare la storia delle religioni, piuttosto che la religione cattolica. Il cristianesimo, infatti, non teme la verità , perciò, se quell’insegnamento sarà svolto correttamente e non secondo pregiudizi ateistici, laicistici o sincretistici, emergerà più chiaramente che Esso è l’unica religione rivelata e che in Esso affonda le sue radici la cultura europea. La storia del cristianesimo, purtroppo, è anche zeppa di malefatte, persino più gravi di quelle lamentate oggi, commesse dal clero, Papi e cardinali compresi, ma la Chiesa, in quanto Corpo Mistico di Cristo, ci unisce a Dio attraverso la Sua Parola , i Sacramenti e la trasmissione della Sua Grazia. Perciò è Santa e Perfetta anche se La guidassero uomini tutt’altro che santi e perfetti ed ogni prete, anche se fosse un infame, è sempre un ministro di Dio quando celebra la Messa e amministra i sacramenti. Perciò i sacramenti sono validi anche se amministrati da un pessimo prete. Il Papa, poi, anche se malauguratamente fosse un incapace, un debole o un malfattore, è assolutamente infallibile solo quando, assistito dallo Spirito Santo, proclama ex Cathedra le verità di Fede e Morale. Questa infallibilità è fondamentale per l’unità e l’universalità della Chiesa. E’ logico, in questa ottica, che vengano condannati anche con la scomunica (non col rogo!) le ideologie anticristiane. Il Papa, comunque, sbaglierebbe se utilizzasse quella infallibilità o comminasse sanzioni e scomuniche per ragioni diverse dalla difesa verità e della morale rivelata.

Personalmente ritengo anche che i preti abbiano il diritto e il dovere di svolgere liberamente la loro azione pastorale nella società e di esprimersi contro i comportamenti e le leggi contrarie alla fede e alla morale proclamata dalla Santa Sede. Il cristianesimo, infatti, in una società libera, non può essere confinato nella “sfera privata”, ma ha il diritto di essere combattivo e non remissivo di fronte a nessuno e di diffondere e difendere nella vita pubblica la Sua dottrina ed i “valori non negoziabili”. Non apprezzo, però, quei preti che , approfittando della ingenuità della gente, si servono del loro ruolo per i loro intrallazzi o per spacciare come che fossero “della”Chiesa” le loro personalissime opinioni, anche politiche. Così facendo favoriscono le spaccature tra fedeli. Ciò precisato mi sento autorizzato, da cattolico, a dire che non approvo il comportamento che è stato seguito per troppo tempo dalle gerarchie ecclesiastiche verso i preti pedofili. Non approvo, cioè, che, una volta accertata in modo incontrovertibile la responsabilità di quei farabutti, ci si sia limitati a trasferirli ad altra sede anziché isolarli, cacciarli, neutralizzarli e punirli in maniera ben più drastica.

Non mi scandalizza, invece, che al Vaticano siano collegate alcune banche ricchissime e potentissime. I soldi, infatti, servono per vivere e per svolgere l’attività pastorale e di assistenza che la Chiesa deve svolgere. Non ritengo, però, che il “fine giustifichi i mezzi”. Perciò le banche vaticane, a mio avviso, non sono moralmente legittimate a effettuare speculazioni finanziarie , soprattutto se impoveriscono ancora di più i poveri. La Chiesa, inoltre, in un mondo sofferente (e quando mai questo mondo non é stato sofferente?!) è meno legittimata di qualsiasi altra istituzione a sprecare denari per oggetti di lusso o per illeciti arricchimenti. Ritengo, infine che, in Italia e altrove, i beni commerciali o che producono dei redditi, appartenenti a enti ecclesiastici, debbano essere sottoposti allo stesso regime fiscale previsto per gli altri enti economici e per gli imprenditori privati. Penso che questa sia una questione di giustizia, in armonia con la morale proposta dalla religione cattolica, nella quale io credo.

21 Marzo 2013