“Medici, infermieri e farmacisti, un inesorabile buco della sanità”
L'opinione di Uccio Piras

Stipendi inadeguati, lavoro massacrante e nessuna certezza sul futuro. È fuga nell’isola non solo dalla professione medica, ma anche per infermieri e farmacisti. La professione del farmacista sta sprofondando in una crisi silenziosa, ma devastante. Infermieri ed i medici, da parte loro non stanno meglio. All’appello entro il 2030 infermieri ne mancheranno 1400 solo in Sardegna. Oggi un farmacista neolaureato non guadagna più di 1300 € netti. Meno di un macellaio specializzato, meno di un pasticcere. Quindi professioni sanitarie con stipendi da fame e fuga soprattutto all’estero: farmacie senza giovani. Più anni di studio, ma contratti da salumiere. Fra domanda e offerta c’è un vuoto dell’80%. E per completare il quadro di una sanità che rischia di collassare, c’è anche la carenza cronica dei medici. In questo caso, entro il 2027 si stima che i professionisti necessari saranno 2 mila ma il mercato non sarà in grado di metterli a disposizione di ospedali e altre strutture più piccole. Così la qualità dell’assistenza è destinata ancora una volta a precipitare. E le farmacie sono dei fortini imprescindibili, soprattutto nelle piccole realtà rurali. Un servizio che però è a rischio depotenziamento. A lanciare l’allarme è stato Cristiano Ardau segretario regionale della UILTUCS Sardegna, che snocciola numeri e paradossi.
Finalmente il 13 marzo, all’incontro nazionale, Federfarma ha tirato fuori la sua proposta d’aumento salariale: 120 €. Un neoassunto prende 1300 € netti finalmente dopo uno stallo di 12 anni senza un centesimo di aumento, ci siamo ritrovati con un “generoso ritocco da 80 € prima e ora 120”. Comunque, le conseguenze sono scontate. Le iscrizioni a farmacia crollano perché chi mai dovrebbe affrontare cinque anni di studi durissimi, un tirocinio obbligatorio, per poi finire con uno stipendio che non permette di costruirsi un futuro? Il risultato è che le farmacie si svuotano dei professionisti!!!
E con queste premesse il banco potrebbe saltare, il divario tra domanda e offerta supera 80% se non l’85%. E non è un problema di competenze o di qualifiche. È un problema di condizioni di lavoro. I pochi farmacisti con cui si parla sono disperati: non si trova nessuno. Non è che si trovano pochi candidati. Non se ne trovano proprio. Molti stanno scappando da questo settore. In più a complicare le cose, c’è anche lo spettro delle figure ibride. Come se non bastasse sottotraccia si fa strada un’altra minaccia: l’idea di sostituire i farmacisti con le figure borderline, professionisti non laureati o con una semplice laurea triennale o un master universitario. Si parla “assistenti di farmacia” figure che potrebbero dispensare farmaci senza una laurea specifica. È un rischio enorme, perché distribuire medicinali ai cittadini non è un’attività da prendere alla leggera. Non siamo più nemmeno a livello di contratti pirata. Qui siamo a livello di aziende pirata.
Una denuncia pesante che metta a nudo il fallimento del sistema. E mentre Federfarma sbandiera aumenti da pochi euro, la realtà dice altro: i farmacisti scappano e le farmacie restano senza personale. Pensiamo pure cosa accadrà nel piccolo paesino, quando il titolare non avrà un dipendente per sostituirlo durante le ferie o la malattia e dovrà quindi abbassare la serranda? A farne le spese saranno come sempre i soggetti più fragili: gli anziani e i malati cronici.