“La Sassari Alghero: strada unica anche se divisa in 4 lotti”

L'opinione della Dott.ssa Paola Correddu

L’ultimo stop subito dal Lotto 1 della quattro corsie Sassari-Alghero, dopo un’istruttoria davvero lunghissima anche per una strada, con prescrizioni formulate dalla Commissione VIA e conseguenti adeguamenti ed integrazioni apportate al progetto originario dall’ANAS, pare dare corpo al sospetto che dietro tutto questo ci siano ragioni politiche più che tecniche, atte ad impedire che venga portata a termine quest’opera pubblica così importante per il tutto il Nord Ovest Sardegna. Pensare che una strada, a quattro corsie nei suoi 23 km già completati ed aperti al traffico, possa proseguire nei suo ultimo tratto di 4 km a due corsie, è una scelta tecnica inaccettabile che inficerebbe l’obiettivo primario per cui la strada è stata voluta e costruita: garantire una maggiore sicurezza della viabilità.

Anche perché stiamo parlando di una strada unica, divisa in più tratti per comodità di realizzazione, ma che sempre unica resta, sottoposta a VIA, con esito positivo, nel 2003 e di cui il MIT ha dichiarato la compatibilità urbanistica nel 2003 e nel 2006. Manca questo tratto finale ma questo è parte integrante della stessa strada che in gran parte è stata realizzata. E’ come se andassimo dalla sarta per farci fare un vestito e, nel corso della realizzazione fosse necessario ritoccare il punto vita perché la committente ha messo su qualche kg o ritoccassimo il corpetto perche si desidera una più ampia scollatura. Il modello del vestito è sempre quello con qualche adattamento per sopraggiunte nuove esigenze.

E allora non si può considerare il Lotto 1, tratto finale del secondo tronco della strada Sassari- Alghero, come una “nuova strada” per dichiararne, artatamente, l’incompatibilità con il PPR, ai sensi dell’articolo 20 delle NTA (norme tecniche di attuazione). Infatti, alla data di entrata in vigore del Piano Paesaggistico, 2006, la VIA dell’intera opera infrastrutturale, compreso il Lotto 1, si era già ampiamente conclusa con esito positivo. Non a caso l’articolo 20, comma 1, lettera b delle Norme Tecniche di Attuazione contiene l’eccezione che fa salve le strade extraurbane di dimensioni superiori alle due corsie, di preminente interesse statale e regionale, per le quali sia già in corso la procedura VIA del Ministero dell’Ambiente e ci sia l’autorizzazione della Giunta Regionale.

L’intenzione di chi ha redatto il PPR era quella di impedire opere infrastrutturali mastodontiche quanto inutili per collegare villaggi turistici creati a bell’apposta sulle coste. Non era certo quella di impedire la realizzazione di opere in corso di grande rilevanza regionale, come nel nostro caso. Stiamo parlando infatti del tratto finale di una strada che collega i due centri principali del Nord Ovest della Sardegna, Sassari e Alghero, una strada quanto mai necessaria per garantire una maggiore sicurezza della viabilità e per favorire l’ulteriore sviluppo di questo territorio. A meno che non sia proprio questo che si vuole impedire, nascondendo dietro ragioni apparentemente tecniche la volontà politica di affossare ulteriormente questa parte dell’isola che ha già subito un depotenziamento dell’aeroporto, un tempo fiore all’occhiello del nord Sardegna, e un declassamento dei presidi ospedalieri, a tutto vantaggio del Nord Est e degli investimenti esteri.

Per queste ragioni non si può certo attribuire al PPR la responsabilità del mancato completamento delle 4 corsie. Questa è una argomentazione strumentale, ormai noiosa e quanto mai inutile per la battaglia da intraprendere per ottenere ciò che è dovuto alla nostra comunità. E questo il Presidente Solinas l’ha ben capito tanto che, con onestà intellettuale, contesta l’incompatibilità con il Piano Paesaggistico sollevata dagli esperti del Ministero, dichiarando gravemente lesivo il parere del MIBACT, frutto di una errata interpretazione di una normativa regionale, nonostante il Dicastero abbia ricevuto la più ampia documentazione relativamente al rispetto dei dettami del PPR, e ha deciso di ricorrere al TAR per impugnare il parere del MIBACT. Adesso non resta che essere tutti uniti, qualsiasi sia lo schieramento di appartenenza e il ruolo istituzionale rivestito, per rivendicare a pieno diritto il completamento di una infrastruttura assolutamente necessaria per il nostro territorio.

Paola Correddu, 19 Gennaio 2020