Il Papa rivoluziona il presepe: “Il bue e asinello non c’erano e i pastori non cantavano”

Il primo aggettivo che viene alla mente per descrivere il Presepe, leggendo la rappresentazione che ne da’ Papa Benedetto XVI nel suo libro L’infanzia di Gesù, è sicuramente “freddo”. In tutti i sensi. Non solo perché il bue e l’asino non erano nella stalla a riscaldare il Bambinello, ma anche perché i pastori accorsi per l’Adorazione non cantavano, come invece vorrebbe la tradizione. Joseph Ratzinger spiega infatti che in realtà non c’erano animali intorno alla mangiatoia e che anzi essi sono stati aggiunti dal folclore che, in qualche modo, ha miscelato immagini dell’antico e del nuovo testamento. Probabilmente, racconta il Papa, anche altri due libri della Bibbia di Abacuc e dell’Esodo hanno avuto una certa influenza. «L’iconografia cristiana già ben presto ha colto questo motivo. Nessuna raffigurazione del presepe rinuncerà al bue e all’asinello». Insomma, con Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù i due animali non c’erano, ma la tradizione non va stravolta.

I pastori non cantavano e Gesù non è nato a Betlemme – Quanto al «canto degli angeli» raccontato dal Vangelo, «si può ben comprendere che il semplice popolo dei credenti abbia poi sentito cantare anche i pastori, e, fino a oggi, nella Notte Santa, si unisca alle loro melodie, esprimendo col canto la grande gioia che da allora sino alla fine dei tempi a tutti è donata». Un’ulteriore contestazione, Papa Ratzinger la avanza in merito al luogo dove è nato Gesù: «Autorevoli rappresentanti dell’esegesi moderna sono dell’opinione che la notizia dei due evangelisti Matteo e Luca, secondo cui Gesù nacque a Betlemme, sarebbe un’affermazione teologica, non storica. In realtà Gesù sarebbe nato a Nazaret», scrive ancora Benedetto XVI, per aggiungere: «Io non vedo come si possano addurre vere fonti a sostegno di tale teoria».

E la Stella Cometa? In realtà sarebbe «un racconto teologico, che non si dovrebbe mescolare con l’astronomia» dice il Papa. Su un punto, però, non bisogna avere dubbi, secondo Ratzinger: «Si sa benissimo chi è Gesù e da dove viene: è uno tra gli altri, uno come noi», e anche «la normalità di Gesù, il lavoratore di provincia, non sembra celare alcun mistero». Il Pontefice invita però a non fermarsi alla superficie: «Nella genealogia compaiono quattro donne, tutte peccatrici, ma ciò che più conta “non ebree”»

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22 Novembre 2012