Grillo, grillini, la crisi del sistema e una proposta per risolverla

Mi par di ricordare che, giuridicamente, per “colpo di stato” si intenda il rovesciamento di un sistema politico con il ricorso a mezzi illegali. Se le parole hanno un significato preciso, sono pietre e, perciò, mi chiedo con quale faccia Grillo, ossia un uomo politico che aspira al governo del Paese, possa affermare che la rielezione di Napolitano costituisca un colpo di Stato. Napolitano, infatti, piaccia o no, è stato votato da deputati, senatori e grandi elettori, perfettamente legittimati a votarlo, così come altri deputati, senatori e grandi elettori hanno legittimamente votato per il candidato del M5S. Forse Grillo conosce poco la Costituzione, così come la conosce molto poco la capo gruppo alla Camera del M5S,la Lombardi, o forse vuole solo fare cagnara?

Non trovate preoccupante e stupefacente che, riguardo alle sparate del loro capo (che di un capo autoritario si tratta, altro che uno come tanti!), i parlamentari “grillini”, ai quali è stato chiesto se, anche loro, fossero convinti che si fosse attuato un “golpe”, si siano rifiutati di rispondere in modo chiaro e preciso, con un “Si” o con un “No”, ma si siano trincerati dietro frasi lunghe e tortuose, che non dicevano niente? A me, più che rivoluzionari chiari e schietti, sono sembrati i nostalgici seguaci della Democrazia Cristiana dei lontani tempi di Moro. A voi che impressione hanno dato? Mi sono sbagliato pensando che avessero timore di criticare il capo, come succedeva nei vecchi partiti della prima repubblica, o, addirittura, che avessero paura di dissentire da lui, come succede nelle sette? Certo tutto ciò ci può stupire e preoccupare. Non può, però, sorprenderci, dato che ne abbiamo visto di tutti i colori! E il PD perché avrebbe dovuto votare il candidato di Grillo, dopo che costui ha sbattuto ripetutamente la porta in faccia al povero Bersani , respingendo sdegnosamente ogni possibilità di dialogo col suo partito? Il PD, così lacerato al suo interno anche in una vicenda tanto rilevante, è ancora un partito ? La stessa coalizione di sinistra perché si divide su ogni cosa? Forse che la tiene unita solo l’antiberlusconismo, ma non sa formulare una politica unitaria? Tutto ciò premesso, non vi sembra evidente che il sistema politico, in crisi da oltre 40 anni, sia arrivato al capolinea e che tanto la Costituzione che le Istituzioni debbano essere profondamente riformate se vogliamo che l’Italia viva e che la politica riacquisti il ruolo di rappresentanza degli interessi collettivi e non di quelli della partitocrazia? Non credete che, perché siano date risposte tempestive ai problemi sociali, politici ed economici del Paese e si possa reagire ai poteri forti (finanziari e non solo), occorra che la governabilità sia assicurata senza perdite di tempo e senza situazioni di “stallo”? E’ sbagliato pensare che una simile funzionalità delle Istituzioni sarebbe assicurata solo con l’elezione diretta del Capo del Governo o dello Stato, in modo da togliere ai capi bastone di partiti ,partitelli e correntine, la possibilità di giocare col ricatto di “uscire dalla maggioranza”?

Cosa pensate della proposta che, perché gli interessi della “società reale”, ossia delle categorie sociali, in cui si articola il mondo del lavoro e della produzione, siano direttamente rappresentati in uno dei due rami del Parlamento? I partiti politici potrebbero essere rappresentati nell’altro ramo e si potrebbero articolare diversamente le rispettive competenze legislative in modo da evitare inutili duplicazioni e lungaggini? Non pensate che, in tal modo, si potrebbe attuare una democrazia economica , che rappresenti gli interessi delle categorie sociali, che si confronterebbero e si controllerebbero in Parlamento, senza interessate e oscure intermediazioni ? E’ assurdo pensare che i rappresentanti delle categorie sociali siano scelti da coloro che ne fanno parte, che intendano farne parte o che ne abbiano fatto parte, passando al vaglio di elezioni primarie, democraticamente, garantite e disciplinate per legge? Non credete che solo tali elezioni primarie possano assicurare una trasparente partecipazione di ogni cittadino alla vita politica e non le pseudo elezioni effettuate per mezzo della “rete”, ma senza alcuna garanzia di non essere manipolate da hacker o da censori di varia origine e natura? Non credete che se anche le Regioni e i Comuni, se fossero posti dei paletti molto forti tra le diverse competenze, in modo da evitare ingerenze pasticcione e minacce all’ unità nazionale, fossero organizzati secondo un simile criterio, si potrebbe realizzare un autonomismo o, magari, un federalismo che, sottoponendo la vita politica al controllo autenticamente popolare, valorizzerebbe le risorse locali, umane e materiali?

Credete che sia sbagliato che, in uno Stato moderno e democratico, si debba impedire ogni interferenza tra potere politico e funzione giudiziaria e che, in questa prospettiva, sia logico eliminare dalla Costituzione (art.104 e 135) la facoltà, sia del Parlamento che del Presidente della Repubblica, di nominare 1/3 dei membri del Consiglio superiore della Magistratura e della Corte Costituzionale? Non trovate che sia molto “garantista” e che premi i meriti, la proposta che le carriere dei magistrati, sia inquirenti che giudicanti, siano legate a valutazioni da parte di giuristi di valore? Io, per quanto poco possa valere la mia partecipazione, sarei disposto ad aderire ad un partito che volesse mandare avanti le riforme che ho indicato. Se invece, prevalesse, l’orientamento conservatore e reazionario di chi ritiene che la Costituzione non debba essere rivista e aggiornata, continuerei a votare , tappandomi il naso (e non solo) , per il personaggio o per il partito che, di volta in volta, mi sembrerà il meno peggio.

28 Aprile 2013