Edwige Fenech e Lino Banfi nel prossimo film di Quentin Tarantino

C’era da aspettarselo che prima o poi l’avrebbe fatto: Quentin Tarantino che omaggia, a suo modo il cinema italiano. E dopo il western di Sergio Corbucci e del suo Django, i Bastardi senza gloria di Enzo G.Castellari, i continui rimandi a Mario Bava e Dario Argento è ora il turno della commedia sexy all’italiana.

“Sono cresciuto anche con i film di Mariano Laurenti, Sergio Martino, ma per me che sono abituato ad emozionare con l’azione principalmente, sarà una vera sfida riuscire a far ridere. Per questo ho avuto bisogno dei corpi degli attori e dei loro movimenti, dei loro tempi comici – continua il regista – Come in Grindhouse sarò io come direttore della fotografia in modo da poter rubare i loro schetch; loro saranno le mie pistole e le mie armi”

Il progetto della Band a part e della Dimension Film, avrà titolo “Four rooms in Italia”, e c’è già chi critica l’operazione comparandola all’insuccesso degli USA di Grindhouse e Planet terror; da noi arrivati come due film distinti ma che negli Usa furono proiettati come unico spettacolo con scarso risultato.

Il regista Quentin Tarantino e il suo socio Robert Rodriguez rispondono: “Non voglio paragonare il progetto a Grindhouse. Lo metterei più in relazione a Four Rooms. Vari episodi con storie auto conclusive. E come spesso accadeva nelle migliori commedie sexy all’italiana il tutto finiva in un albergo. Una sera ero con Robert (nrd.Rodriguez) ci stavamo vedendo uno dei tanti film di Banfi e in una delle scene finali c’è uno split screen che divideva in quattro lo schermo con le varie risoluzioni delle varie storie. Ci siamo guardati e ci siamo detti: dobbiamo farlo anche noi! (ridono) Così è nato il progetto e ci siamo messi a lavoro per contattare i vari attori. L’unico che non siamo riusciti a convincere è stato Tomas Milian. Ma capiamo e accettiamo le sue motivazioni. Ci è dispiaciuto anche per Franco Lechner (ndr. Bombolo) che non c’è più – continua Rodriguez – sarebbe stato interessante un suo personaggio. Ha il dramma della vera maschera comica”

Il filo conduttore tra le storie è esile quanto efficace: Una banda di improbabili criminali capitanati da Tim Roth, si ritrova a doversi nascondere all’interno di una vecchia videoteca frequentata ormai solo dal suo gestore Samuel L. Jackson e un gruppo di piccoli teppistelli di quartiere. Alla vista delle armi e delle continue minacce dei rapitori, i giovanissimi clienti rimangono terrorizzati. Unica soluzione plausibile per il saggio e anziano gestore è narrare loro delle storie che possano distrarre i ragazzi.

Il primo episodio ruoterà attorno a Massimo Lasberla (Gianfranco D’Angelo) anziano cabarettista ormai in declino che troverà una seconda giovinezza innamorandosi della giovane e conturbante Rosalia (la splendida e sensuale Vanessa Ferlito di Death proff – a prova di morte) non sapendo però che si tratta della nuova fiamma nonché futura moglie del suo migliore amico Gustavo, un Lando Buzzanca che pare si sia rasato completamente i capelli per la pellicola.

La seconda storia (diretto a quattro mani da Tarantino e Rodriguez) vede come protagonisti Pasquale (Lino Banfi) e il suo socio in affari Francesco (Pippo Franco) che decidono, vista la loro scarsa attività sessuale di concedersi una nottata di baldorie in un club per scambisti insieme alle rispettive consorti. Con grande sorpresa pare che le due mogli accettino la proposta e come nella migliore tradizione italiana a cambiare idea saranno poi i due uomini, ingelositi dall’eccessivo divertimento delle moglie, soprattutto con la proprietaria del club, un’immensa Edwige Fenech che apparirà in un castigatissimo cameo.

Il terzo episodio “Sugar, honey and chilli” è un remake vero e proprio del primo episodio di “Zucchero, miele e peperoncino”. Lino Banfi, a causa di uno scambio di fotografie viene scambiato per un pericoloso assassino. Una giornalista molto sexy (Barbara Bouchet) convinta di aver messo le mani sullo scoop della sua carriera, finisce per peggiorare la posizione del malcapitato.

Tre episodi più uno che ne traccia il filo conduttore, un budget esiguo (per quanto possa essere low budget il cinema americano) e tanto amore verso un cinema nostrano che non può esistere più, ma che all’estero pare abbia avuto la giusta riscoperta.

Viene da chiederci come mai nessun produttore italiano abbia mai pensato ad un’operazione di recupero del genere. Inoltre rimane il dubbio che Tarantino, dirigendo questo film voglia farsi perdonare dalle dichiarazioni “offensive” che osò rilasciare qualche anno fa nei confronti del cinema italiano:

“I nuovi film italiani sono deprimenti. Le pellicole che ho visto negli ultimi tre anni sembrano tutte uguali, non fanno che parlare di: ragazzo che cresce, ragazza che cresce, coppia in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali. Che cosa è successo? Ho amato così tanto il cinema italiano degli Anni 60 e 70 e alcuni film degli Anni 80, e ora sento che è tutto finito. Una vera tragedia”

A noi piace pensare invece che ci stia elegantemente dicendo che il pubblico italiano dell’epoca era semplicemente immaturo, infantile e forse spaventato, proprio come un gruppo di adolescenti in ostaggio.

L’inizio delle riprese di “Four rooms in Italia” è previsto per febbraio 2014 tra Cinecittà, Los Angeles e gli studi della Troublemaker Studios in Texas.

Tratto da www.fanpage.it ©

19 Aprile 2013