Bilancio, la Fondazione Torres chiede alla proprietà «massima chiarezza sulla salute del club»

«Dall’esame del bilancio balzano agli occhi alcuni aspetti che meritano chiarezza». La Fondazione Sef Torres 1903 chiede chiarimenti alla Proprietà del Club.

«La proprietà della Torres faccia chiarezza sul bilancio e sulla salute della società». Lo chiede la Fondazione Sef Torres 1903. «Dall’esame del bilancio, che è un dovere proprio della missione che la Fondazione si è data, balzano agli occhi alcuni aspetti che meritano chiarezza», spiegano in una lettera le diverse componenti della Fondazione, nata per iniziativa di tutte le anime del tifo torresino.

«Risulta che al 30 giugno la Torres sia in credito dai soci di 184mila euro per l’aumento di capitale», è il primo punto toccato. «Chiediamo se chi ha sottoscritto l’aumento abbia versato quanto dovuto». Non solo. «Nello stato patrimoniale sono iscritti 233mila euro di crediti dai clienti – è l’analisi – vorremmo sapere chi sono questi clienti, se questi crediti siano ancora esigibili e se siano stati riscossi». E ancora. «È iscritto a bilancio un credito di 350mila euro dalla Regione per i contributi della legge 21 del 2015 – è un altro punto – ci si chiede a che titolo la Torres sia creditrice di tale somma se, a causa delle vicende che hanno coinvolto l’ex presidente Domenico Capitani, non è più una squadra professionistica, condizione fissata dall’articolo 1 della stessa legge». E poi «a bilancio risulta un credito di 146mila euro dal Comune di Sassari come rimborso per l’impianto di videosorveglianza – prosegue la Fondazione – pur non volendo considerare i debiti della società verso il Comune per l’utilizzo dell’impianto, chiediamo come mai quella posta non si trovi anche tra le passività».

Dal bilancio risulta che la società abbia incassato 1milione e 198mila euro – 623mila euro nell’esercizio precedente e 575mila in quello in corso – di proventi pubblicitari. «Da una nota integrativa risulta che sono i ricavi della cartellonistica dello stadio durante le partite casalinghe della prima squadra – osserva la Fondazione – chiediamo se il dato sia coerente con l’apparente carenza di inserzionisti al “Vanni Sanna” o se non smentisca le lamentele della proprietà contro gli imprenditori locali, dai quale non si sarebbe sentita sostenuta».

Ultimo aspetto. «Nonostante sia stato ribadita in più occasioni l’assenza di debiti, al 30 giugno 2015 è certificata la presenza a bilancio di 105mila euro di debiti per salari e stipendi, 78mila euro dovuti ai fornitori e 51mila alle banche, 343mila euro di debiti tributari, 62mila euro di debiti verso gli istituti di previdenza e di sicurezza sociale e 112mila euro di debiti non meglio specificati». La Fondazione si chiede «se la proprietà abbia provveduto ad appianare la situazione debitoria o se intenda farlo nell’immediato, e se i debiti tributari maturati in due anni siano stati iscritti per intero o solo in quota capitale, alla quale andrebbero aggiunte le sanzioni del 30%, gli interessi e gli aggiornamenti».

Per finire, «la Fondazione ringrazia squadra, staff tecnico e sanitario per l’impegno profuso quotidianamente e per onorare tutte le domeniche la gloriosa maglia rossoblù».

14 Dicembre 2015