Berlusconi e il male assoluto

Recentemente il Berlusca è stato esposto al vituperio delle genti per la nota frase sulle “cose buone fatte dal fascismo”.  “Bene! – mi son detto – Anzi, no, male! Malissimo! Le parole hanno un loro peso. Le parole sono pietre e certe cose non si dicono mai! Non è politicamente corretto pronunciarle. Sia denunciato, il reo, sia processato, condannato… crucifige, crucifige!” Dopo essermi un po’ ripreso da quell’incontenibile moto di indignazione che aveva scosso la mia coscienza, una vocina misteriosa mi suggerì una frase terribilmente sbalorditiva”

Il genio romano impersonato da Mussolini, “il più grande legislatore vivente – diceva la vocina – ha mostrato a molte nazioni come si può resistere all’incalzare del comunismo e ha indicato la strada che una nazione può seguire quando sia coraggiosamente guidata!”

“Ma che dici – urlai – che dici, maledetta voce. Sei impazzito? Chi sei?”

“Ah, ah , ah! – ridacchiò la vocina misteriosa – quelle parole sono di un uomo del passato, un grande uomo!”

“Che sia epurato dalla memoria dei viventi, che lo colpisca la più terribile damnatio memoriae, che peste lo colga…. che il più feroce anatema sia pronunciato contro di lui!” gridai colto da un irrefrenabile raptus.

“Ma dimmi – aggiunsi incuriosito – chi era quel lurido soggetto?”

La vocina misteriosa allora mi sussurrò qualcosa, con tono basso, quasi svelasse un inconfessabile segreto: “Era Winston Churchill! Pronunciò quella frase miserevole il 18 febbraio 1933, a Londra, precisamente alla Queen’s Hall!”

“Se le cose stanno così – pensai – Sir Winston, il bardo della democrazia, quel giorno aveva forse bevuto qualche whiskey di troppo!”

“Già – commentò la vocina- forse hai ragione, ma, come hai detto prima, le parole sono pesanti… le parole sono pietre!”

Tacque, la vocina, e io, come per miracolo mi trovai tra le mani un vecchio, vecchissimo giornale. Sui fogli ingialliti spiccava il titolo: ‘Lo Stato Operaio’, edito a Parigi nell’agosto del 1936. Il direttore era nientemeno che Palmiro Togliatti. Sfogliandolo fui colpito da questa strana frase ‘I comunisti fanno proprio il programma fascista del 1939, che è un programma di libertà!’ Capirete che quella lettura mi fece montare il sangue alla testa con una forza tale che per un po’ non mi prese un coccolone, di quelli devastanti. Ebbi però la forza di pensare “Ma che scherziamo? Lui, il Migliore, così era soprannominato il buon Palmiro, proprio lui usò queste espressioni folli ?! Ma forse – riflettei con un po’ di calma , dopo aver fatto una seduta di training autogeno – forse non è il caso di prendersela tanto! Bisogna capire il periodo in cui furono pronunciate! Bisogna contestualizzare! Ecco la parolina magica: contestualizzare!”

“Bah! – esclamo la solita vocina – contestualizzare, contestualizzare! Va beh! In questo caso è politicamente corretto contestualizzare, e noi contestualizziamo… si può non contestualizzare di fronte alle parole del Migliore, anche se le parole sono sempre pietre?!”

“Basta – urlai nuovamente, fortemente indispettito – I fatti, sono i fatti che contano. Verba volant! I fatti restano perché sono molto più pesanti delle parole. I fatti sono macigni!”

“Eh già!- replicò la vocina – i fatti sono macigni, hai ragione!l E il fascismo non poté fare niente di bene, niente di positivo, perché era il male assoluto! Però….”

“Però cosa?” chiesi sempre più indispettito.

“Però, se tutto era male, se tutto era nero, se tutto era sbagliato nel regime littorio, dato che era il male assoluto, perché, mi chiedo, non cancellare il nome di Togliatti dalle strade?”

Ebbi uno democratico scatto d’ira e urlai :”Ma sei matto, delinquente!… ma che dici mai? E perché, dimmi, perché , secondo la tua mente malata, si dovrebbe toglier il nome di Togliatti dalle strade?”

“Perché – rispose la vocina – fu lui, più di altri, più di Nenni, a voler che nella Costituzione Repubblicana fosse inserito il Concordato. Si proprio quel Concordato firmato da Mussolini! Certo , c’era di mezzo la ragion di Stato, l’avvicinamento ai cattolici, i maneggi politici, insomma!…. Ma i fatti sono macigni… l’hai detto tu!”

Rimasi di stucco e senza parole.

“Non basta! – aggiunse la vocina misteriosa – Sotto quel regime, che era il male assoluto, ricordalo sempre, furono redatti i 5 codici. Quei 5 codici che la classe politica democratica e comunista, scusa se distinguo tra democratico e comunista, ma sono due cose opposte, quella classe politica, dicevo, ha inserito pari pari nell’ ordinamento giuridico della Repubblica e che ha mantenuti intonsi per decine di anni! Ma come- si indignò la vocina – nella nostra Repubblica democratica è stato inserito qualcosa che proveniva dal male assoluto? Ma scherziamo? Il tuo animo profondamente democratico non prova un senso di disgusto e di ripulsa?… Non basta – continuò al massimo dell’indignazione – Quella classe politica fece suo anche il sistema previndenziale creato dal fascismo! Infatti, senza batter ciglio, ereditò l’I.N.P.S., l’I.N.AM., l’I.N.A.I.L. etc. etc.etc…. Ereditò anche l’I.R.I… che ha operato per oltre 60 anni!

Ma come, continuo a ripetere…. Come possono aver ereditato, i nostri politici, qualcosa creata nella bieca e.f. , leggasi era fascista, l’era del male assoluto?!” Restai tramortito da quanto sentii da quella impertinente vocina e la mia coscienza democratica ancora oggi è tormentata da una domanda sconvolgente: “Perché nessuno, oltre a pretendere il pubblico vituperio del Berlusca, non chiede anche la ferma e totale condanna di coloro che hanno ereditato qualcosa dal regime nero? Di coloro che, giriamola come ci pare, in definitiva sono gli eredi legittimi del male assoluto?”

18 Febbraio 2013