Alghero 2.0, quando basta cambiare nome

La città alle prese con il cambiamento. Nuovi amministratori, nuovi regolamenti, nuovi capitolati. Poi quella gara d'appalto che...,

Sin dalla notte dei tempi, non abbiamo mai smesso di evolverci. Lo facciamo continuamente, in modo impercettibile, giorno dopo giorno; ed il mondo, ora come allora, non può far altro che esprimere e rispecchiare ciò che l’ uomo diventa durante il suo cammino. Cambiamo noi e di pari passo si trasforma il mondo. Niente è immobile, nulla è per sempre, e anche quando potrebbe sembrare il contrario, continui mutamenti, sono costantemente in atto. A volte lenti, talvolta più rapidi, ma a noi, in ogni caso e nostro malgrado, non resta che adattarci in fretta ad ogni nuova circostanza;soprattutto oggi, con le nuove tecnologie che spingono forte sull’acceleratore del cambiamento.

Saperlo interpretare e farlo proprio, insomma, diventa, adesso più che mai, reale condizione di sopravvivenza. Un obiettivo guida, che si traduce in un enorme vantaggio rispetto a chiunque altro, per chi sa e riesce a raggiungerlo in tempo. In un mondo che diventa sempre più “ostile”, infatti, non è l’uomo più forte o più intelligente ad andare avanti, ma quello che prima e meglio degli altri sa cavalcare il mutamento dei tempi.

Il cambiamento è ineluttabile e nessuno se ne può sottrarre; nemmeno quelli che lo rimandano in eterno. L’unica cosa che possiamo fare, è decidere se vogliamo cavalcarlo, ricevendone vantaggio, od esserne trascinati, procurandoci patimento. La differenza, è notevole e ci aiuta a comprendere che il vero problema da porsi, non è se cambiare o non cambiare, ma riuscire a farlo prima di esserne costretti.

Indubbiamente, seppur così necessario, cambiare non è mai facile, né indolore; né esente da rischi. E d’altronde, per farlo, siamo costretti ad uscire da quella zona comoda e ben nota in cui riponiamo le nostre sicurezze, per tuffarci in una situazione che, viceversa, ci appare ignota. Non sapendo cosa aspettarci, ne abbiamo timore e rinviamo il cambiamento all’infinito, nella speranza che non debba essere più necessario, o che qualcuno o qualcosa, ci spinga a compiere il primo passo.

Altre volte, invece, riusciamo a compierlo subito, per bloccarci, però, solo un attimo dopo. Troviamo presto il coraggio sufficiente a interrompere un rapporto che non va, a lasciare il lavoro, a cambiare città, ma poi ci fermiamo sulla porta, assaliti dai mille dubbi su quale debba essere la strada migliore, la meno lunga, ed un’inifnità di altre cose. La ricerca della soluzione perfetta ci porta, ad attendere a oltranza l’inizio della marcia, condannandoci di fatto all’immobilismo. Come se dessimo più importanza alla decisione in sè, del cambiare, piuttosto che al cammino che c’è da compiere dopo.

Differenti le origini, insomma, ma identiche le conclusioni. In entrambi i casi, infatti, il risultato è la condanna ad essere travolti e trascinati dall’onda lunga del cambiamento, messo in moto, però, dagli altri. Proprio quello che potrebbe succedere agli attuali amministratori Algheresi. Paladini del cambiamento, ma troppo innamorati di se stessi e delle loro scelte. A tal punto, da compiacersi così tanto, nell’aver prodotto un nuovo capitolato per la raccolta della nettezza urbana, da non accorgersi che lo stanno affidando alla stessa impresa di prima, riverniciata a nuovo.

Si, proprio quella. Ambiente 2.0 , infatti, la ditta che ha vinto la recente gara d’appalto, amministrata da quello stesso Francesco Maltoni che è anche A.D. della Aimeri, non è una nuova azienda che offre migliori e ben più solide garanzie rispetto alla precedente. No, è solo il tentativo, del Gruppo Biancamano (proprietario al 100% di Aimeri), di ovviare al fatto che la stessa Aimeri non avrebbe più potuto aggiudicarsi alcuna gara d’appalto.

Se fosse indebitata ed indietro con i pagamenti, infatti, non potrebbe più dichiarare la sua regolarità contributiva, né aggiudicarsi, di conseguenza, alcun bando pubblico. Lo dice la stessa “Biancamano”, nella relazione che accompagna il bilancio 2014. Anche loro hanno avviato un processo di cambiamento. Semplice, ma efficace. Gli è bastato cambiare il nome.

Antonello Bombagi, 20 Ottobre 2015