Natalità in calo e coppie senza figli
L'opinione di Uccio Piras

La Sardegna segna il trend del Nord. Vicini al sud dal punto di vista economico. Ma le abitudini sociali ci accomunano di più alle regioni settentrionali. In 10 anni le coppie con bambini sono diminuite di 10 punti, dal 56% al 46%, secondo i dati Istat. L’isola si spopola sempre di più e gli studi confermano puntualmente questo trend, evidenziando via via aspetti anche abbastanza contraddittori rispetto ad abitudini familiari, reddito e collocazione sociale e geografica. Popolazione in picchiata. La Sardegna è la regione d’Italia che ha sperimentato tra il 2011 e il 2021 la riduzione più marcata di coppie con figli, diminuendo di 10 punti percentuali (da 55,9 a 45,8%). È uno dei dati più interessanti che emergono dal report Istat intitolato “I nuclei familiari nei censimenti della popolazione”. Nel Mezzogiorno si conferma la quota più elevata di coppie con figli, con un forte divario rispetto alle famiglie settentrionali.
Le coppie con figli sono maggiormente rappresentate nel Mezzogiorno, con valori superiori a quello nazionale (45,8%) e massimi al sud (il 50% del totale dei nuclei); al contrario la percentuale di coppie senza figli è più elevata nel Nord Italia, il picco è nel nord-ovest, con una quota che supera di circa quattro punti percentuali quella italiana. Se in Basilicata, Campania e Puglia più della metà dei nuclei familiari è composta da coppie con figli, le regioni che mostrano i valori più bassi sono collocate al Nord: Valle d’Aosta, Piemonte. Friuli-Venezia Giulia e Piemonte sono invece in cima alla graduatoria per incidenza di coppie senza figli, con valori che superano entrambi i casi il 36%, mentre tutte le regioni del Sud, il Lazio, Sicilia e la Sardegna non raggiungono la soglia del 30%.
Ipotesi e spiegazioni. Se dal punto di vista del reddito medio, dei servizi e dei livelli occupativi la Sardegna è a tutti gli effetti Mezzogiorno, allora perché nella nostra isola la natalità non segue il trend delle regioni del Sud? Da noi si registra un tasso di natalità particolarmente basso, assimilabile a quello delle regioni del nord, mentre al contrario non ci sono differenze a livello economico tra la Sardegna ed il meridione. Nel 2019 sono nati 4,93 (dati Istat) bambini ogni 1000 abitanti, nel 2024 ci siamo fermati al 4,62.
Negli ultimi anni, per piegare il fenomeno, si è iniziato a ragionare sulle preferenze sociali dei giovani sardi che li portano a fare scelte più simili ai loro coetanei del Nord Italia. Ci sono però anche altre regioni: per esempio l’alto tasso di emigrazione giovanile e quella che viene definita “piramide rovesciata” ovvero una società con un’età media molto alta. La certezza è che in Sardegna la transizione demografica che sta caratterizzando l’Europa da circa cinquant’anni e di conseguenza anche l’Italia è iniziata prima rispetto al centro-Sud Italia.
In Sardegna il numero delle morti ha superato quelle delle nascite sin dal 1993 e l’indice di fertilità, il cui punto di equilibrio per mantenere costante la popolazione e 2,1 già negli anni 70 da noi era inferiore. Le soluzioni tampone a fronte di questo trend ormai consolidato. Quali misure anti-spopolamento si possono adottare? La precedente giunta regionale aveva inserito un bonus economico per le famiglie che si stabiliscono nei comuni sotto i 3000 abitanti, ne stanno studiando le ricadute ma dai dati preliminari in nostro possesso si può ipotizzare che qualche effetto positivo ci sia stato. C’è però un punto che va chiarito; il numero di bambini che nasce in Sardegna è sempre quello e difficilmente potrà aumentare. Quindi in questo caso si tratta soltanto di “spostamento” interno da un’area all’altra. E, in aggiunta, anche l’immigrazione sta incidendo poco sulla natalità.