Trent’anni di “Panta Rei”: il “Fiume che Scorre” della Cultura Catalana di Alghero
Un’associazione che da tre decenni trasforma la tradizione catalana in movimento vivo: dal coro dei Mini Panta Rei alla riscoperta dei canti medievali. Premiato Antonello Colledanchise, anima del progetto.
Trent’anni di storia, musica, identità e trasmissione: l’associazione culturale “Panta Rei” festeggia un traguardo significativo, confermandosi come una delle realtà più vitali e influenti nel panorama culturale algherese degli ultimi tre decenni. Nata nel 1995 con un nome che è un manifesto – Panta Rei, “tutto scorre” – l’associazione ha scelto di interpretare la tradizione non come un reperto museale, ma come un movimento vivo. Sotto la direzione artistica di Antonello Colledanchise, musicista, ricercatore e autore, i Panta Rei sono diventati un laboratorio culturale stabile, capace di unire generazioni, famiglie, scuole e istituzioni, plasmando profondamente la musica e la lingua algherese.
Il progetto ha dato vita a iniziative fondamentali per la comunità. In primo luogo, la creazione di un coro giovanile per ragazzi dai 14 ai 20 anni, un vero e proprio vivaio di identità dove i giovani imparavano a cantare e a conoscere la storia dei canti in algherese. A questo si è affiancata la straordinaria esperienza educativa dei “Mini Panta Rei”, il coro dei bambini della scuola dell’infanzia e primaria, che ha insegnato a centinaia di giovanissimi canti, filastrocche e giochi vocali, trasformandosi in un simbolo della trasmissione culturale. Questo impegno si è tradotto anche in un lungo e generoso lavoro di volontariato nelle scuole, dove Colledanchise ha insegnato gratuitamente antichi canti medievali e melodie popolari, contribuendo alla formazione linguistica e musicale di intere generazioni. Già nel 1996, formò le maestre che a loro volta insegnarono i canti a oltre duemila bambini, che si alternarono nell’esibirsi al Chiostro di San Francesco.
Sul piano discografico, i Panta Rei hanno lasciato un segno indelebile con l’incisione di due CD, “Si parlem d’amor” e “Tot se’n vola”, lavori che sono entrati nella storia della canzone algherese per aver saputo rinnovare il repertorio locale unendo tradizione e modernità. L’associazione si è inoltre dedicata alla valorizzazione delle ricerche storiche di studiosi come Eduard Toda, Pasquale Scanu, Antonio Ballero e dello stesso Colledanchise, riportando alla luce gli antichi canti catalani giunti ad Alghero nel XIV secolo, un patrimonio unico nel Mediterraneo che è stato restituito alla comunità attraverso concerti, studi e divulgazione.
Un altro aspetto decisivo è il ruolo di Antonello Colledanchise come naturale talent scout, capace di riconoscere e far crescere giovani artisti che oggi sono protagonisti della scena culturale algherese, tra cui Mariano Balzani, Gianfranco Carena, Yasmin Bradi, Franco Cano e Davide Casu. Il suo impegno è stato riconosciuto anche a livello nazionale e internazionale: nel 2002 ha vinto il Premio Faber intitolato a Fabrizio De Andrè e, nel 2023, ha ricevuto il Premio Tacita Muta per le Minoranze Linguistiche alla Camera dei Deputati, un onore che celebra non solo l’artista, ma l’intera comunità algherese.
Oggi, dopo trent’anni, i Panta Rei continuano a essere un fiume che scorre. Grazie alla dedizione della Presidente Tiziana Meloni, alla visione artistica di Antonello Colledanchise e al contributo di generazioni di giovani e bambini, l’associazione ha saputo custodire, innovare e trasmettere un patrimonio che appartiene a tutti. “La loro storia ci ricorda che la cultura vive quando qualcuno decide di prendersene cura,” afferma la Presidente Meloni, “E i Panta Rei, da trent’anni, se ne prendono cura per tutta Alghero.”


















