Si può essere licenziati senza giusta causa?

A tutti può capitare di perdere il proprio posto di lavoro e vedersi recapitare una lettera di licenziamento. Una situazione di certo spiacevole ma perlomeno tutelata dalla legge. All’interruzione di un rapporto di lavoro devono sottostare delle importanti motivazioni, altrimenti il licenziamento è classificato come illegittimo e dunque non attuabile. In aggiunta, al dipendente licenziato senza valide motivazioni spettano una serie di protezioni, tra cui indennità economiche o il reintegro sul posto di lavoro. Ma andiamo per ordine, che tipi di licenziamenti esistono?

Licenziamento, quando è possibile

Il licenziamento è l’atto con il quale si mette fine ad un rapporto di lavoro. La legge individua tre tipologie principali di licenziamento. Il licenziamento per giusta causa avviene qualora il dipendente abbia commesso degli atti gravissimi al punto tale da non permettere il proseguo del rapporto di lavoro. In questo caso il licenziamento può avvenire in tronco, ossia senza i termini di preavviso. Il licenziamento per giustificato motivo soggettivo avviene sempre per un comportamento inadeguato del lavoratore ma, essendo la causa meno grave rispetto al precedente tipo di licenziamento, al dipendente spetta un preavviso. Infine, il licenziamento per giustificato motivo oggettivo si attua per cause tecnico-produttive o economiche dell’azienda.

In tutti i casi citati, sia per i licenziamenti disciplinari che non, le motivazioni sottostanti ai licenziamenti devono essere ben motivate e veritiere. I primi due casi devono essere supportati da prove concrete in merito ai comportamenti inopportuni e gravissimi operati dai dipendenti, nel secondo caso, invece, sulla reale crisi che l’azienda sta vivendo.

Qualora queste cause vengano ritenute insufficienti, si parlerà di licenziamento illegittimo.

Licenziamento illegittimo

Il licenziamento senza giusta causa è dunque un licenziamento ritenuto illegittimo poiché privo di validi motivi. Ad esempio, il comportamento del lavoratore non è così grave da giustificare un licenziamento ma una punizione di altro tipo, oppure la crisi aziendale è ritenuta pretestuosa o non basata su fatti reali.

Altri casi di licenziamento senza giusta causa, e di conseguenza illegittimi, possono avvenire per motivi discriminatori di vario tipo (ad esempio, politici, di genere e età, razziali, orientamento sessuali, convinzioni personali, religiosi); a causa di congedi parentali o matrimonio; per comunicazione in forma orale o altre cause di nullità previste dalla legge.

In tutti questi casi, i lavoratori possono impugnare il licenziamento, ossia intraprendere la procedura attraverso la quale il lavoratore licenziato si oppone alla scelta della recessione del contratto del datore di lavoro. A tal proposito è consigliabile affidarsi al parere di un esperto come un avvocato del lavoro, anche detto avvocato giuslavorista, sia per l’impugnazione stragiudiziale che per quella giudiziale. Nella prima ipotesi il lavoratore, tramite il suo legale, cerca di risolvere la questione attraverso un accordo conciliativo. Nel caso in cui questo non dovesse avvenire, non rimane che fare causa al proprio datore di lavoro.

Cosa spetta al lavoratore licenziato illegittimamente

Prima di capire quali sono le conseguenze nel caso in cui venga un lavoratore venga licenziato illegittimamente, bisogna chiarire che la norma suddivide i lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato prima e dopo il 7 marzo 2015. Nello specifico, gli assunti prima del 7 marzo 2015 dovranno far riferimento alla Riforma Fornero mentre coloro assunti dopo il 7 marzo 2015 al così detto Jobs Act.

In linea generale, se il licenziamento è avvenuto senza giusta causa, il lavoratore ha diritto ad essere reintegrati sul posto di lavoro oppure di vedersi corrisposta un’indennità sostitutiva pari a quindici mensilità; un’indennità pari all’ultima retribuzione, dal licenziamento fino alla reintegra, e non meno di cinque mensilità; il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali maturati dal giorno del licenziamento fino alla reintegra.

23 Novembre 2022