Sì alla cannabis terapeutica, il Governo dà il via libera alla legge abruzzese

La legge sulla cannabis terapeutica varata dalla regione Abruzzo ha ottenuto il via libera: non è stata infatti impugnata dal Consiglio dei Ministri. Prevede cure gratuite e a carico del sistema sanitario regionale, sia nelle strutture ospedaliere che durante le terapie domiciliari.

Il Consiglio dei ministri ha deciso di non impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge regionale abruzzese n. 4 del 04 gennaio 2014, che disciplina le “modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”. La norma, cioè, che dà il via libera all’uso della cannabis a scopo terapeutico. Si tratta di un provvedimento attraverso il quale i medicinali cannabinoidi possono essere prescritti, con oneri a carico del Sistema sanitario regionale, da medici specialisti del Ssr e da medici di medicina generale del Ssr, sulla base di un piano terapeutico redatto dal medico specialista. La cura può avvenire sia in ambito ospedaliero “o in strutture ad esso assimilabile” che “in ambito domiciliare”. In entrambi i casi è prevista l’erogazione gratuita.

Nel testo si legge che i medicinali a base di cannabis “sono acquistati dalla farmacia ospedaliera o dell’azienda sanitaria di appartenenza dell’assistito e posti a carico del Ssr qualora l’inizio del trattamento avvenga nelle strutture ospedaliere o in quelle alle stesse assimilabili, anche nel caso del prolungamento della cura dopo la dimissione”. La legge regionale dell’Abruzzo sulla cannabis a scopo terapeutico è arrivata dopo altre varate in diverse regioni d’Italia, dall’Abruzzo alla Liguria, dalle Marche al Friuli Venezia Giulia, la Puglia e il Veneto. Anche il senatore Carlo Giovanardi (Ncd) ha reagito positivamente di fronte alla decisione del Governo: “È una legge in sintonia con la legislazione nazionale in vigore, la norma ammette la cannabis per ragioni curative dietro presentazione della ricetta medica. Ed ha fatto il bene il governo a non impugnarla”.

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S.P., 8 Marzo 2014