«Salude e Trigu», dall’Università di Sassari una ricetta per proteggere i cereali dai parassiti

Il progetto è stato sviluppato assieme al CNR, l'Università La Sapienza di Roma e il Luxembourg Institute of Science and Technology.

“Salude e trigu- Salute e grano”: con questa formula di buon auspicio è stato battezzato il progetto “Nuove strategie di protezione a basso impatto ambientale dei cereali in Sardegna e salvaguardia degli standard di sicurezza alimentare mediante inibitori naturali e naturali-simili della biosintesi di micotossine prodotte da Fusarium“.

Il progetto, finanziato dalla RAS – Legge regionale 7 agosto 2007 n. 7 “Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in Sardegna”, ha previsto la collaborazione tra il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, l’Istituto CNR di Chimica Biomolecolare, l’Università di Roma “La Sapienza” e il Luxembourg Institute of Science and Technology (LIST).

La coltura del frumento duro in Sardegna è gravemente minacciata da un fungo parassita, il Fusarium culmorum, capace di ridurre la qualità della granella rilasciandovi numerosi composti tossici, tra cui i cosiddetti tricoteceni. Queste “micotossine” provocano gravissime tossicosi sull’uomo e sugli animali che consumino alimenti derivati da cariossidi contaminate. Alcune micotossine hanno effetto cancerogeno, altre interferiscono con l’apparato riproduttivo o con la funzionalità renale, altre ancora provocano gravi complicazioni a carico dell’apparato gastro-intestinale. Gran parte delle micotossine sono termoresistenti, ragion per cui esse possono ritrovarsi anche nei prodotti finiti. A causa della loro elevata tossicità, la UE ha stabilito soglie molto ridotte di micotossine che possono essere presenti sia sulle cariossidi che sui prodotti destinati al consumo.

Il progetto “Salude e trigu”, di cui sono stati riferiti i risultati il 9 febbraio a Surigheddu nel corso di un seminario, ha l’obiettivo di individuare molecole naturali che siano in grado di bloccare in maniera specifica la produzione di micotossine da  parte del fungo parassita, senza determinare effetti negativi sull’ambiente.

Il gruppo di ricerca di patologia vegetale molecolare dell’Università di Sassari, coordinato dal Professor Quirico Migheli, e i chimici molecolari del CNR, guidati dalla dottoressa Giovanna Delogu e dal dottor Davide Fabbri, hanno analizzato oltre 40 composti aromatici, in gran parte estratti da piante officinali tra cui lo zenzero, la curcuma, la vaniglia e la ferula, per cercare di capire quali siano le caratteristiche strutturali che conferiscono alla molecola le migliori proprietà inibitorie nei confronti del Fusarium.

Gli effetti di queste sostanze naturali sul fungo, sulla sua capacità di crescere in vitro e di infettare la pianta e di produrre micotossine sono stati suffragati da ricerche sull’espressione genica e da studi avanzati di modellistica molecolare. L’ipotesi al vaglio dei ricercatori prevede che gli inibitori siano in grado di legarsi alla tricodiene sintetasi, un enzima-chiave del processo biosintetico che porta alla formazione dei tricoteceni. Sono così stati identificati diversi siti dell’enzima, aventi una struttura tale da poter ospitare al loro interno le piccole molecole aromatiche. La comprensione di queste interazioni molecolari consentirà di sintetizzare in laboratorio dei nuovi composti naturali-simili, in cui la struttura delle sostanze naturali sia leggermente modificata per esaltarne l’efficacia in campo e la biocompatibilità.

Tra i relatori, il dott. Bruno Satta (Agenzia LAORE) ha riferito sul quadro produttivo della filiera del grano duro, presentando l’evoluzione della cerealicoltura regionale in relazione al mercato nazionale ed internazionale, mentre il dott. Matias Pasquali (LIST) ha illustrato le strategie messe in atto in Lussemburgo per quantificare il rischio legato alla presenza di micotossine negli alimenti destinati al consumo umano, con particolare riferimento alla prima infanzia.

Redazione, 10 Febbraio 2015