“Rivoluzione dei tavolini”, condanna da Pd e Ncd

"Il sindaco prenda atto della gravità della situazione, fermi la mano degli irresponsabili che giocano con il futuro di numerose famiglie e imprese"

In un comunicato congiunto Pd, Enrico Daga e Mimmo Pirisi, e Ncd, Maria Grazia Salaris e Emiliano Piras, tornano a puntare il dito su la “Rivoluzione dei tavolini” con la quale l’amministrazione comunale aveva modificato radicalmente, a fine dicembre scorso, la gestione del suolo pubblico all’interno del centro storico. “L’avevamo detto quando invitavamo la maggioranza a non approvare in maniera frettolosa e superficiale un regolamento che invece aveva necessità di ulteriori valutazioni, e puntualmente è accaduto. È cronaca di queste ore il vano pellegrinaggio che numerosi titolari di bar e ristoranti stanno compiendo verso l’ufficio demanio del comune di Alghero – dichiarano i due partiti d’opposizione – per ottenere il rinnovo dell’autorizzazione per l’utilizzo del suolo pubblico per l’esercizio di somministrazione di alimenti e bevande.”

“Al momento è palese che a nulla sono valse le rassicurazioni e gli impegni presi dal Sindaco – prosegue il comunicato – in occasione del consiglio comunale del 29 dicembre in cui l’amministrazione annunciava alla città la “rivoluzione dei Tavolini”, sottolineando in quell’occasione che nessuna attività avrebbe avuto serie penalizzazioni, che la sopravvivenza di nessun bar e ristorante sarebbe stata messa repentaglio dalle nuove regole”.”

“La realtà, triste, è un’altra – confermano Pd e Ncd – gli uffici non stanno rilasciando autorizzazioni, anche perchè non vi è univocità, e anzi grosse difficoltà, nell’interpretazione delle nuove regole; non sono giudicati accoglibili i progetti di insieme proposti dagli operatori (l’assessore Lampis ha annunciato che i progetti di insieme sono prerogativa dell’amministrazione, non degli operatori, e non sono previsti per l’anno in corso).”

“Questi aspetti gravissimi – si legge ancora nel comunicato – uniti al terrorismo a cui sono sottoposti gli operatori del centro storico che devono acquistare nuovi elementi d’arredo rispondenti alle caratteristiche di un non ancora vigente piano degli arredi a pochi giorni dalla Pasqua, quando ormai, secondo le più elementari regole di gestione di un’azienda, evidentemente sconosciute da chi ci amministra, gli investimenti sono già pianificati; tutto ciò richiede la massima allerta. L’interpretazione delle prescrizioni già palesemente restrittive e penalizzanti del regolamento sono interpretate dagli uffici in forma ancora più restrittiva, come detto precedentemente, costituiscono una vera e propria mannaia che pregiudica mortalmente le numerose attività della città , senza essere in grado di capire che invece costituiscono l’ossatura portante del tessuto economico della nostra città, che assicurano posti di lavoro subordinato e in autoimpiego, rappresentando un vero e proprio ammortizzatore sociale.”

“Abbiamo la sensazione – affermano Daga, Pirisi, Piras e la Salaris – che la città sia caduta in ostaggio di amministratori che, con una miopia disarmante, operano con un furore ideologico privo di qualsiasi buon senso e figlio di una cultura settaria che mal si concilia con le esigenze di una città turistica aperta al mondo. È bene ricordarlo, Alghero, anche grazie ai propri operatori turistici, è da sempre un modello preso ad esempio in Sardegna, dove la capacità di innovare, di reinventarsi, di rilanciare la propria offerta, ha da sempre rappresentato un punto di forza straordinario che oggi è messo a gravissimo rischio. Il sindaco prenda atto della gravità della situazione, fermi la mano degli irresponsabili che giocano con il futuro di numerose famiglie e imprese, faccia uscire alghero da questa pericolosa empasse. Non è tempo di esperimenti.”

L.P. , 7 Marzo 2015