Riccio di Mare, una risorsa da salvaguardare

L'opinione di Nicola Salvio, coordinatore cittadino dei Riformatori

Riferendoci alla Sagra del Bogamarì, abbiamo citato il detto che «se vale la pena di fare qualcosa, vale la pena di farla bene». Oggi aggiungiamo che «bisogna mettersi nella condizione di poterla rifare». Quanto sopra per sensibilizzare l’amministrazione comunale sugli aspetti ambientali e di salvaguardia del riccio di mare affinché si possa continuare, nel futuro, a proporre eventi che vedono come protagonista il bogamarì. Ad oggi la pesca professionale del riccio di mare è consentita a circa duecento persone che, autorizzate dalla Regione Sardegna, possono praticarne la cattura in tutta l’Isola. Recenti notizie di cronaca hanno messo in evidenza un rilevante calo delle catture soprattutto nel cagliaritano, area in cui opera la maggior parte dei pescatori autorizzati i quali, costretti dalla scarsità del prodotto, hanno cominciato a spostarsi verso altre zone dell’Isola generando non pochi malumori con i colleghi che temono un eccessivo sfruttamento nei luoghi di loro residenza. Nelle coste di Alghero, pur non essendosi verificata ancora tale situazione di emergenza, riteniamo che il problema vada affrontato per tempo istituendo un’area di ripopolamento a gestione sperimentale, come già collaudato a Buggerru (progetto Gira cofinanziato dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Sardegna), in atto già da qualche anno e recentemente prorogato con decreto dell’Assessorato all’Agricoltura in data 26 Maggio 2014.

Siamo dunque convinti che un area vasta quale quella di Alghero, sottoposta ad uno sforzo di pesca superiore a quello di tanti altri comuni costieri, debba essere inserita in questo tipo di progettualità considerata anche l’importanza che il riccio di mare riveste, da sempre, quale prodotto caratterizzante il territorio Algherese. A tal fine abbiamo interessato i nostri rappresentanti in Regione affinché le acque di Alghero vengano inserite tra quelle dove istituire delle zone di ripopolamento sperimentale di specie alieutiche in stato di sofferenza quale il riccio di mare e invitiamo l’amministrazione comunale a voler prestare la massima attenzione su questo argomento, intervenendo a tutti i livelli, affinché il riccio di mare non sia solo un prodotto da utilizzare per l’organizzazione della “sagra” di turno ma venga considerato quale vera risorsa da salvaguardare e tutelare con politiche più lungimiranti.

Nicola Salvio, 7 Aprile 2015