Qualcuno salverà le rose: non sarà Alghero

Le riprese di “Chi salverà le rose?”, atteso film del regista algherese Cesare Furesi, non verranno girate nella città Catalana. Ecco le motivazioni

«Purtroppo, devo darvi un brutta notizia. Affranto, deluso, rammaricato e incazzato nero, vi comunico che è ufficialmente svanito il sogno di fare il mio primo film nella mia città (LEGGI). “Chi salverà le rose?” non verrà girato in Alghero, ci dobbiamo spostare velocemente». Lo rende noto il regista algherese Cesare Furesi attraverso un post facebook in cui pubblica in anteprima il comunicato stampa della Corallo Film in cui viene spiegata la decisone.

«La Corallo Film – la casa di produzione che da circa tre anni manda avanti il progetto – suo malgrado, annuncia lo slittamento della lavorazione per consentire l’adattamento in sceneggiatura a nuove locations. Nonostante gli innumerevoli sforzi, non sono arrivate le risposte che si attendevano dal territorio e dall’amministrazione. Gli impegni con le distribuzioni, con cast e troupe, obbligano a cercare altre soluzioni, e il ritardo dovrà essere contenuto entro i ristretti limiti imposti dai contratti in essere. Qualunque sia la destinazione, volontà degli autori è fare di tutto per poter girare almeno alcune delle scene nella splendida città catalana».

«E siccome Alghero è un condominio, – commenta subito dopo il regista –  pare che il tema trattato, l’omogenitorialità, abbia disturbato. Non ci voglio credere, ma se questa cosa del tema ha davvero dato fastidio alla mia città, allora ho sbagliato io a nascerci.  Alghero ha fatto una pessima figura, questo penso, soprattutto con gli attori di tutto rispetto che si sono innamorati del mio amore per la mia città. Carlo Delle Piane, (LEGGI) Caterina Murino, Lando Buzzanca, Philippe Leroy, Antonio Careddu, Guenda Goria, Massimiliano Buzzanca, Maurizio Pulina, Antonio Luvinetti e tanti altri. A loro si dovrà chiedere scusa. Sono così amareggiato che l’ultima frase del comunicato la faccio cancellare, anzi non lo faccio uscire nemmeno. Noi “Le Rose” le salviamo comunque».

Redazione, 17 Novembre 2015