Olmedo: conclusi gli scavi archeologici sul Monte Baranta

Si sono conclusi suscitando grande interesse gli scavi nel complesso archeologico di Monte Baranta. Iniziati il 12 settembre, sotto la direzione del Prof. Alberto Moravetti della cattedra di Preistoria e Protostoria dell’Università di Sassari con la collaborazione del Dott. Paolo Melis, entrambi del Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione, i lavori sono stati eseguiti nell’ambito di un progetto di studio finanziato con fondi della L.R. 7/2007. Gli scavi su Monte Baranta si sono avvalsi del prezioso supporto dell’Amministrazione Comunale di Olmedo, che già da tempo ha scelto di puntare sulla valorizzazione dell’importante area archeologica, attraverso l’acquisizione integrale non soltanto dell’area del complesso archeologico, ma dell’intero pianoro. All’impegno del Comune di Olmedo si deve anche la realizzazione dei recenti interventi di consolidamento e restauro della muraglia megalitica e del “recinto-torre”, entrambi seriamente compromessi dal peso del tempo.

La nuova campagna 2012 ha ripreso l’esplorazione del sito, iniziata nel 1979 con lo scavo del recinto-torre, dell’area sacra e, parzialmente, di alcune capanne. I lavori appena conclusi hanno riguardato l’area del villaggio racchiuso all’interno della muraglia ciclopica, costituita da almeno cinque capanne di forma e dimensioni variabili: di queste solamente una (la piccola capanna 2) era stata interamente esplorata nel corso delle precedenti campagne di scavi.

I lavori hanno evidenziando meglio le particolarità costruttive degli edifici; tutti erano caratterizzati dalla presenza di un fitto vespaio pavimentale di pietre, nel quale era ricavata una struttura quadrangolare infossata, marginata da lastre e più o meno profonda, forse destinata a focolare o meglio alla conservazione di derrate. Maggiori informazioni potranno comunque venire dallo studio dei materiali e dei campioni di terra prelevati: i reperti, ad un primo esame, sembrano confermare l’attribuzione del villaggio alla Cultura di Monte Claro.

Gli scavi, temporaneamente sospesi, riprenderanno nel prossimo biennio, con un impegnativo programma di interventi che riguarderà non soltanto il completamento degli stessi nel villaggio interno alla muraglia, ma anche l’esplorazione dell’abitato esterno.

Agli scavi hanno partecipato numerosi studenti dei corsi di Laurea in Scienze dei Beni Culturali (Andrea Arras, Luigi Campagna, Lidia Canu, Lucia Caravagna, Giovanna Errica, Anna Falconi, Claudia Fenu, Michele Fresi, Federico Marras, Monica Marras, Elisa Masu, Aurelio Meloni, Greta Monti, Consuelo Anna Moro, Marco Massimo Mossa, Marta Pais, Nadia Piga, Federico Pinna, Matteo Pischedda, Fabiola Porceddu, Barbara Puggioni, Cinzia Saba, Fausto Sanna, Claudia Zucca) e di Laurea Magistrale in Archeologia (Gustavo Giovanni Deligia, Barbara Luisangela Enna, Camilla Ledda, Marco Solinas), oltre ai Dottori Luca Doro e Silvia Ricci, allievi della Scuola di Specializzazione in Archeologia “Nesiotikà”, con sede a Oristano.

Qualche precisazione su Monte Baranta: Il noto complesso megalitico di Monte Baranta, a Olmedo, è un insediamento abitativo dell’Età del Rame (Cultura di Monte Claro, circa 2700-2200 a.C.) caratterizzato soprattutto da un sistema difensivo costituito da una muraglia ciclopica, lunga 97 metri, integrata da un recinto-torre ubicato sul bordo precipite del pianoro. La muraglia protegge un piccolo abitato di capanne, realizzate sicuramente in materiali deperibili e di cui resta oggi solo il singolo filare di pietre di base. All’esterno della muraglia è presente un’area sacra, costituita da un menhir riverso al suolo, ancora non rifinito (e che non fu mai eretto), e da un circolo megalitico (anch’esso rimasto incompiuto) che inglobava nel suo perimetro altri menhir più piccoli. Oltre l’area sacra, nella fitta macchia mediterranea a Est, Nord-Est e Nord della muraglia, sono presenti evidenti tracce di altre capanne che affiorano appena dal terreno, su una vasta superficie ancora da esplorare.

23 Novembre 2012